(dall’inviata ad Assisi) “Dobbiamo fare di tutto per approvarlo in questa legislatura”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, interpellato sullo “ius soli” da Corrado Formigli, moderatore dell’incontro con cui ieri sera si è concluso ad Assisi il “Cortile di Francesco”. “Penso ci siano le condizioni per costruire una maggioranza parlamentare”, ha proseguito Minniti, secondo il quale bisogna fare, inoltre, una battaglia culturale: “Non c’è alcun rapporto tra gli sbarchi sulle nostre coste e lo ius soli, che in realtà è uno ius soli molto temperato da uno ius culturae: riguarda i figli degli immigrati regolari che hanno passato la loro vita in Italia, sono nati qui e hanno fatto un ciclo di studi”. E di “ius soli” ha parlato anche il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, protagonista insieme a lui del dibattito: “Più che di ius soli io parlerei di ius culturae”, ha detto anche lui, citando un passo dell’Esodo: “Vi sarà una stessa legge per colui che è nato dentro la tua terra e per lo straniero che è venuto ad abitare in essa. Tratterai l’altro con la stessa modalità con cui tratti tuo figlio”. “Se una persona ha vissuto un’esperienza significativa nel nostro Paese, ha il diritto di essere membro della nostra stessa comunità”, ha commentato Ravasi, secondo il quale “il contrassegnare il fenomeno migratorio come emergenza lo fa diventare un vessillo terribile che genera incubo e paura”. I numeri reali, invece, che riguardano l’Italia “sono numeri incomparabili”, ad esempio, con quelli del Libano, un Paese di 4.500.000 abitanti di cui 2.300.000 sono rifugiati.