
(dall’inviata ad Assisi) “Comprendere”: è questo il primo imperativo a cui obbedire per affrontare adeguatamente una questione complessa come quella dell’accoglienza dei migranti che sbarcano sulle nostre coste. Ne è convinto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ieri sera, nella basilica superiore di Assisi, ha concluso il “Cortile di Francesco” dialogando con il ministro dell’Interno, Marco Minniti. “Per comprendere il fenomeno delle migrazioni – ha affermato il cardinale durante l’incontro, moderato dal giornalista Rai Corrado Formigli – bisogna anzitutto abbandonare i luoghi comuni, gli stereotipi, le volgarità, i populismi”. “L’accoglienza non è l’accumulo di persone da uno spazio all’altro: è una qualità umana fondamentale che va declinata insieme alla virtù della prudenza”. Interpellato sull’opportunità o meno di distinguere tra profughi di guerra e “migranti economici”, Ravasi ha risposto ricordando che è compito della Chiesa “ricordare che tutte le povertà hanno le loro fragilità e devono essere esaudite. Ma esistono anche – ha aggiunto – infinite gradazioni in una realtà così difficile ed è compito della politica elaborare dei percorsi, trovare un equilibrio tra le parti, operare un dosaggio delle situazioni. I principi, cioè l’uguaglianza ideale di tutti i poveri, sono e restano la stella polare, e la Chiesa deve essere una sorta di ‘spina nel fianco’ nel chiederne incessantemente la realizzazione. Nello stesso tempo, ognuno deve fare la sue scelte, lasciando che le opzioni abbiano una sua concreta declinazione”.