Martiri di oggi

Pino Puglisi: card. Bassetti, “riduttivo definirlo solamente come un prete antimafia”

“È riduttivo definire don Puglisi solamente come un prete antimafia”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e presidente della Cei, che ha presieduto stasera a Palermo una veglia di preghiera in memoria del sacerdote ucciso da Cosa nostra 24 anni fa. Il porporato ha raccontato di averlo conosciuto personalmente fra gli anni Settanta e Ottanta durante gli incontri dei responsabili dei centri vocazionali. “Ricordo ancora il suo sorriso, il suo sguardo, la sua dedizione totale al Signore – ha aggiunto Bassetti -. Una persona apparentemente fragile. Ma già allora si percepiva che era un gigante della fede”. Poi, il porporato ha ritratto l’impegno di Puglisi. “Non si può ridurre la sua grande figura soltanto all’impegno sociale, perché egli è stato, prima di tutto, un prete palermitano che si è fatto annunciatore del Vangelo”. Una caratteristica che, secondo Bassetti, lo ha indotto a “combattere per riaffermare la sacralità della vita umana. Ha lottato per la giustizia perché i suoi giovani e i suoi poveri potessero vivere liberi dalla paura e dal ricatto della mafia – ha puntualizzato -. Annunciare il Vangelo dell’amore e della libertà dei figli di Dio lo ha portato alla testimonianza più autentica: lo ha portato al martirio”. È stato ucciso quindi “per la sua attività pastorale”. “Una ‘felice colpa’ che nel maggio del 2013 lo ha fatto diventare beato e martire”, un “martire della mitezza”. Infine, Bassetti citando mons. Vincenzo Bertolone, che è stato postulatore della causa di beatificazione di Puglisi, ha spiegato che “egli era solamente un prete che incarnava nel rione Brancaccio la sua fede, che si traduceva in un’azione evangelizzatrice, che sottraeva progressivamente ai capi e ai capi dei capi il vero controllo sul territorio e sulla gente, soprattutto sui giovani”.