Europa
(dall’inviata ad Assisi) “Non confondere” la questione dello “ius soli” con quella più generale dei migranti in fuga dai loro Paesi. È l’invito di Romano Prodi, che durante l’incontro di ieri sera nella basilica superiore di Assisi, a conclusione della prima giornata del “Cortile di Francesco”, ha fatto notare che “le due questioni non hanno niente in comune: lo ius soli non riguarda i disperati che arrivano nel nostro Paese in modo irregolare, ma ragazzi che parlano e sono italiani. Chi è qui da tanti anni come cittadino italiano è e deve essere considerato cittadino italiano”. “Questi ragazzi sono quelli che garantiranno le nostre pensioni”, ha aggiunto: “In un Paese con una demografia che cala come la nostra abbiamo bisogno di loro”. L’anno scorso, per la prima volta, in Italia sono nati più stranieri che italiani, ha ricordato Prodi: “Se continuiamo così, il problema del Paese non si può risolvere se non abbiamo ragazzi integrati”.