Rapporto Onu

Cibo: Da Silva (Fao), fiduciosi, entro 2030 elimineremo la fame

(DIRE – SIR) – “Siamo fiduciosi di raggiungere il secondo Obiettivo del millennio, relativo all’eliminazione della fame, e anche per questo abbiamo deciso di sostituire il termine ‘insicurezza alimentare’ con ‘sicurezza alimentare'”. Così Josè Graziano da Silva, direttore generale della Fao, Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, intervenendo a Roma alla conferenza stampa di presentazione del rapporto “Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo 2017”. Altra novità significativa contenuta nel rapporto è quella di aver “allargato il nostro partenariato includendo Unicef, Oms, Ifad e Wfp: ora siamo in cinque a occuparci di battere la fame nel mondo. Ne sono molto contento”. Per la prima volta inseriti poi due nuovi indicatori: “Prevalenza della denutrizione” e “scala dell’esperienza dell’insicurezza alimentare”. Il primo fa riferimento alla disponibilità degli alimenti in un centro del Paese, il secondo al grado di accesso agli alimenti a livello individuale. L’obiettivo resta misurare l’insicurezza alimentare”. Purtroppo, aggiunge da Silva, “al 2016 – ci dice il nostro rapporto – sono 815 milioni di persone soffrono la fame: speriamo che, nel corso di questo anno, la situazione sia migliorata. Ma sappiamo che, rispetto al 2015, ce ne sono state 38 milioni in più”. Nel 2016, sottolinea il direttore generale della Fao, “una persona su nove è andata a dormire con lo stomaco vuoto ogni giorno. E questo due anni dopo che la comunità internazionale si è impegnata ai nuovi Obiettivi di sviluppo entro il 2030. Questo è evidente soprattutto nell’Africa subsahariana, dove colpiscono contemporaneamente conflitti e carestie, determinate da inondazioni o siccità (come sul versante orientale, in Sud Sudan, Nigeria, Somalia e Yemen in particolare, sull’orlo della miseria”. Da Silva attribuisce l’inasprirsi dell’insicurezza alimentare “è legato agli effetti del cambiamento climatico, pensiamo agli effetti del Nino”. In Sudamerica si fanno invece sentire le conseguenze della crisi economica, che ha colpito due anni fa: qui si registra un nuovo aumento della disoccupazione e dell’insicurezza sociale, “laddove eravamo riusciti con buoni risultati a sradicare povertà e fame”. Anche i conflitti armati nel mondo, ha continuato Da Silva, “distruggendo i campi coltivati, l’allevamento e le fonti di sussistenza, aumentano la fame, e quindi spingono le persone a migrare”. Serve quindi “una visione a lungo termine se vogliamo eliminare la fame”, ha concluso Da Silva. “Per salvare le vite bisogna salvare i mezzi di sussistenza delle popolazioni, e questa è la principale conclusione del rapporto di quest’anno”. (www.dire.it)