Commercio e sviluppo: Rapporto Unctad, “serve una economia globale che dia priorità ai cittadini anziché ai profitti”

In un contesto economico globale “bloccato” le Nazioni Unite chiedono “un riequilibrio dell’economia mondiale che garantisca prosperità per tutti”. In che modo? Dando priorità ai bisogni dei cittadini anziché ai profitti. Ponendo fine alle politiche di austerità e limitando le opportunità di rendita delle grandi imprese. Utilizzando il sistema finanziario per sostenere la creazione di posti di lavoro e gli investimenti in infrastrutture. Sono questi gli elementi essenziali per avviare un nuovo corso dell’economia globale nel XXI secolo come auspicato dalle Nazioni Unite nel Rapporto Unctad sul commercio e lo sviluppo 2017, intitolato “Beyond austerity: towards a global new deal” (Oltre l’austerità: verso un nuovo corso per l’economia globale), presentato oggi in Italia nella sede della Radio Vaticana a Roma (e in contemporanea a livello mondiale). Una presentazione realizzata in maniera congiunta dall’Unctad – Organizzazione delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo – e dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede. Secondo l’Unctad, l’economia globale nel 2017 si sta lentamente riprendendo ma la crescita dovrebbe fermarsi al 2,6% (la media prima della crisi era del 3,2%). L’ostacolo principale alla ripresa “è l’austerità fiscale” portata avanti da 13 su 14 delle principali economie avanzate prese in esame. Anche se le economie emergenti, comprese Cina e India, hanno mantenuto buoni tassi di crescita oggi corrono rischi significativi: “I livelli di debito continuano a salire e ci sono preoccupazioni legate all’instabilità politica, al calo dei prezzi delle materie prime, ai tassi di interesse e ad un dollaro più forte sui mercati monetari”. L’autore principale del Rapporto Richard Kozul-Wright mette in evidenza le due grandi tendenze socio-economiche degli ultimi decenni: “L’esplosione del debito e l’aumento della ricchezza delle super-elite”, ossia l’1% della popolazione, collegato alla “deregolamentazione dei mercati finanziari”. Disuguaglianza, indebitamento e instabilità, secondo l’Unctad, “rischiano di compromettere il nostro futuro”. Perciò è necessario “un nuovo accordo globale per costruire economie più inclusive ed attente alle popolazioni”, anche con un Piano Marshall per l’Africa come proposto dalla Germania. Una idea ben accolta dall’Unctad ma che “per il momento manca del necessario sostegno finanziario”.

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