Viaggio apostolico

Papa in Colombia: De Roux (gesuita), “superare contraddizione: perché un Paese tanto cattolico è così corrotto e violento?”

Francisco De Roux

“Il Papa ha chiesto alla Chiesa di non restare aggrappata all’istituzione, ma di andare primariamente incontro alle persone concrete, soprattutto ai poveri, a coloro che soffrono”. Lo spiega al Sir, commentando la visita in Colombia di Francesco, padre Francisco De Roux, gesuita – uno dei maggiori esperti di pace e dialogo in Colombia, attualmente direttore del centro “Fe y Cultura” e docente all’Università Javeriana di Bogotá. Un invito, quello del Papa, ripetuto anche in altre occasioni, ma che assume una forza particolare in un Paese ferito come la Colombia: “Ha detto ai vescovi – continua padre De Roux – di toccare la carne ferita degli uomini, ma ha anche chiesto loro di non avere paura, di parlare con libertà e di difendere sempre la dignità umana”. Sempre a proposito del discorso rivolto ai vescovi, il gesuita afferma che quello del Papa è stato un “discorso di fraternità, che riconosce gli sforzi fatti dalla Chiesa colombiana. Devo inoltre dire che la preparazione della visita è stata straordinaria, ne devo dare atto al cardinale Salazar, soprattutto per la parte che si è svolta a Bogotá, e al presidente della Cec mons. Urbina, soprattutto per la giornata di Villavicencio, ma anche agli altri vescovi delle varie località toccate”.
Ora che il Papa è partito, la sfida della pace resta tutta in mano al popolo colombiano: “Il Papa ha mostrato la strada, ci fa da guida – afferma De Roux -, la sua forza spirituale ci ha spinto al di là della polarizzazione che vive il Paese. Ora però quello che segue dipende dalle libere scelte dei colombiani, ma partiamo da un grande capitale di forza morale che Francesco ci ha lasciato. Certo, sono rimasto impressionato anche dalla risposta del popolo colombiano, dalla sua attitudine filiale. Ha ascoltato il Santo Padre, si è commosso. Resta però questo contrasto tra un popolo in gran parte cattolico, come in pochi luoghi al mondo e un Paese tra i più corrotti e violenti. È una contraddizione che il Papa ha voluto sfidare con i suoi richiami, è un problema di evangelizzazione”.