Religioni e pace

Papa Francesco: messaggio a Sant’Egidio, “mai abituarsi al male, mai ad esso essere indifferenti”

(dall’inviata a Münster) Il primo passo per liberare il mondo dai “mali della guerra e dell’odio” è “saper ascoltare il dolore dell’altro, farlo proprio, senza lasciarlo cadere e senza abituarvisi: mai al male bisogna abituarsi, mai ad esso bisogna essere indifferenti”. È quanto Papa Francesco chiede ai leader religiosi, ai rappresentanti del mondo politico internazionale, agli uomini di cultura, in un messaggio che è stato letto ieri pomeriggio dal nunzio apostolico di Germania, mons. Nikola Eterović, in apertura dell’incontro internazionale “Strade di Pace”, promosso a Münster dalla Comunità di Sant’Egidio nello “spirito di Assisi”. “Quello che non possiamo e non dobbiamo fare è restare indifferenti, così che le tragedie dell’odio cadano nell’oblio e ci si rassegni all’idea che l’essere umano sia scartato e che gli vengano anteposti il potere e il guadagno. L’incontro di questi giorni, che desidera aprire e rafforzare strade di pace e per la pace, sembra voler proprio rispondere a questo invito: vincere l’indifferenza di fronte alla sofferenza umana”.

Ad ascoltare le parole di Papa Francesco una sala gremita di 2.500 persone nella Messe und Congress Centrum. Ci sono anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, il grande imam di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyib, il patriarca greco-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, Giovanni X, e il presidente dell’europarlamento, Antonio Tajani. Il tema dell’Incontro è “Strade di pace” ed è un invito – scrive Francesco – ad “aprire e costruire nuove strade di pace. Ce n’è bisogno, specie dove i conflitti sembrano senza via d’uscita, dove non si vogliono intraprendere percorsi di riconciliazione, dove ci si affida alle armi e non al dialogo, lasciando interi popoli immersi nella notte della violenza, senza la speranza di un’alba di pace”.

In modo particolare, le religioni sono chiamate a rispondere a questa “sete di pace” che emerge oggi dall’umanità, e lo potranno fare solo se i leader religiosi ricordano che “Dio detesta la guerra, che la guerra non è mai santa, che mai la violenza può essere commessa o giustificata in nome di Dio”. “Mai più gli uni contro gli altri, ma gli uni insieme agli altri. Le religioni non possono volere altro che la pace, operose nella preghiera, pronte a piegarsi sui feriti della vita e sugli oppressi della storia, vigili nel contrastare l’indifferenza e nel promuovere vie di comunione”. Significativo, per Papa Francesco, che l’incontro si svolga nel cuore dell’Europa, nell’anno in cui il continente celebra i sessant’anni dei trattati fondativi dell’Unione, siglati a Roma nel 1957. “La vostra presenza in Germania sia un segno e un richiamo per l’Europa a coltivare la pace, attraverso l’impegno a costruire vie di più solida unità all’interno e di sempre maggiore apertura all’esterno, senza dimenticare che la pace non è solo frutto dell’impegno umano, ma dell’apertura a Dio”.