Incontro pastorale
“Andare all’essenziale, rinnovarsi, coinvolgersi”: sono le tre direttrici tracciate dal vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, al termine dell’incontro pastorale diocesano, svoltosi dall’8 al 10 settembre a Contigliano (Rieti), sul tema “In cammino al passo dei giovani”. Per il vescovo “andare all’essenziale significa ascoltare i giovani” come insegna la Bibbia dove “è sempre a partire dall’interrogazione del figlio che il padre diventa tale. Un conto infatti è essere genitore e un conto è diventare padre. Il figlio è colui che interroga, che mette il padre in condizione di parlare a sua volta”. Per saper rispondere agli stimoli che l’ascolto della gioventù suscita, la strada è quella del “rinnovarsi” che implica “ringiovanirsi anche noi. Ma non con tecniche di maquillage o make-up, ma facendo con spirito nuovo le cose di sempre”. E le cose di sempre da rinnovare sono, per il vescovo, “una catechesi più personalizzata. Quello che rimane a un giovane è la figura educativa di riferimento: più che di metodo e tecnica, dunque, è questione di stile nell’educare i ragazzi”. Poi, “una liturgia più viva, coinvolgente, popolare e non clericale; un momento di bellezza, di emozione interiore, di silenzio profondo”. E poi “una carità più condivisa. Il terremoto è stata una sciagura, ma ci ha fatto ritrovare la solidarietà di tanti. Più di 300 giovani da tante parti di Italia si sono alternati nell’area del cratere. Ma noi reatini – ha sottolineato il vescovo – dobbiamo evitare di restare in finestra. Il progetto di Casa Futuro ad Amatrice deve porsi come una realizzazione da far crescere insieme come occasione per sperimentare forme di volontariato e di cooperazione”. Terzo impegno, quello di “coinvolgersi: ce ne torniamo a casa con una persuasione. Le cose non cambiano se non ci si coinvolge, sporcandosi le mani. C’è bisogno di fare proposte. Ma ci vogliono persone pronte a perdere tempo e a uscire dall’isolamento. C’è spazio per tutti. E per ogni età”. Chiaro il riferimento a clero, religiosi, insegnanti e tutte le figure educative. E occorre, ha ribadito mons. Pompili, “ mobilitare le famiglie e la Chiesa con loro. Solo insieme si riuscirà a smuovere le generazioni più giovani”. Infine l’esortazione del vescovo, modulata sulle parole di Adriano Celentano di qualche anno fa, “lento o rock”: “Il contrario di lento non è veloce, ma è rock. Non dobbiamo inseguire i giovani sulla loro frequenza iperveloce della rete. Ce lo chiedono loro stessi. Sono già abbastanza confusi di loro. Ci è chiesto di essere ‘pietre’, cioè solidi e, nello stesso tempo, affidabili. Questo è il cammino che ci attende. A figli assenti corrispondono educatori assenti. A figli presenti corrispondono educatori non lenti e neanche veloci, ma rock, cioè consapevoli che quello che abbiamo è solo quello che riusciremo a trasmettere a chi verrà dopo di noi”.