Sir: principali notizie dall’Italia e dal mondo. Trema Ischia, morte due donne, feriti e crolli sull’isola. Barcellona, il killer è stato ucciso. Afghanistan: Trump, “non abbandoneremo fino alla sconfitta finale dei terroristi”

(Foto: AFP/SIR)

Trema Ischia: morte due donne, feriti e crolli sull’isola. Panico tra i turisti

Erano le 20.57 di ieri sera quando la terra ha iniziato a tremare sull’isola di Ischia. Una scossa di magnitudo 3.6 (poi ricalcolata a magnitudo 4) a una profondità di soli 5 chilometri. L’epicentro a mille metri dal Faro di Punta Imperatore sulla costa occidentale dell’isola. Il comune più colpito è quello di Casamicciola. Danni anche in quelli limitrofi: Forio, Serrara Fontana, Lacco Ameno, Barano d’Ischia e Casamicciola Terme. L’attuale bilancio parla di due donne morte e di 39 feriti (di cui uno molto grave). Al dolore per i morti, i tanti feriti, la distruzione, si è vissuta anche la felicità di aver sentito il pianto di un bimbo di soli 7 mesi, tirato fuori vivo dalle macerie di una casa crollata. Si sta lavorando per trarre in salvo dalle macerie altri due bambini, i fratellini del neonato, di 3 e di 5 anni che si sono rifugiati sotto un letto. Centinaia le persone che si sono riversate in strada. Sull’isola ora si fa il punto sui crolli e sui danni: distrutta la chiesa del Purgatorio, isolati numerosi alberghi. “Un boato, poi il black out” raccontano alcuni testimoni. Panico su tutta l’isola e i turisti stanno prendendo letteralmente d’assalto il primo traghetto partito per Pozzuoli, aspettando le prossime navi per Napoli. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nella notte si è recato nella sede della Protezione Civile per prendere parte al Comitato operativo. In questa lunga notte, si sono vissute le storie di chi, per ore, è rimasto sotto le macerie: come Alessia, incinta, e Alessandro, la mamma e il papà del neonato che quando è sbucato fuori dalle macerie ha fatto urlare di gioia i soccorritori. Tra i “miracolati”, c’è poi un altro uomo e un’anziana rimasta ferita. Storie a lieto fine che non cancellano affatto quelle delle due donne che invece non ce l’hanno fatta: una colpita dai calcinacci di una chiesa, l’altra il cui corpo è stato visto sotto le macerie, in piazza Maio. Anche nel comune di Forio si sono registrati dei crolli, ma per fortuna nessun ferito. È ritornato a funzionare l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno che in un primo tempo era stato evacuato così come sono state allestite delle aree per accogliere gli sfollati. Intanto si prega e si aspetta, per i due bambini nascosti sotto al letto prima che la casa crollasse loro addosso.

Barcellona: il killer è stato ucciso. 15 i morti nell’attentato, tutti identificati

La morte del killer della Rambla, Younes Abouyaaqoub, uscciso ieri dalla polizia nelle colline a nord di Barcellona, segna la distruzione definitiva del gruppo jihadista che giovedì ha sconvolto la Spagna e il mondo. Il giovane marocchino, 22 anni, era l’ultimo terrorista della cellula di Ripoll guidata dall’imam Abdelbaki Es Satty. Quattro ora sono in carcere, otto sono morti, anche l’imam che aveva indottrinato e trasformato in sanguinari terroristi gli 11 ragazzi marocchini di Ripoll. Younes è stato riconosciuto da una donna del posto che aveva visto la sua foto in tv. Lo ha visto vagare nei vigneti, gli ha chiesto cosa facesse lì. Lui è fuggito e la donna ha chiamato la polizia. Due agenti gli hanno intimato l’alt. Lui ha aperto la giacca mostrando una cintura esplosiva (che poi si è rivelata finta). Loro hanno sparato mentre Younes gridava “Allah è grande” in arabo, e lo hanno ucciso. Tutti i 15 morti negli attentati di Barcellona e Cambrils, fra cui due bambini, sono stati ufficialmente identificati. Intanto è arrivato a Ciampino l’aereo predisposto dall’Unità di crisi della Farnesina con le salme di due delle tre vittime italiane dell’attentato a Barcellona: Luca Russo e Bruno Gulotta. Ad attenderle il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Afghanistan: dietrofront di Trump, “non abbandoneremo fino alla sconfitta finale dei terroristi”

“D’istinto ero per il ritiro ma ho cambiato idea: non abbandoneremo fino alla sconfitta finale dei terroristi”. Donald Trump ammette il suo voltafaccia sull’Afghanistan, la guerra più lunga nella storia degli Stati Uniti (16 anni). L’aveva definita inutile, uno spreco da interrompere subito. Ora dà carta bianca ai suoi generali, senza restrizioni né date di scadenza, fino a quando i talebani, Al Qaeda e l’Isis saranno “cancellati”. Lancia un duro monito al Pakistan perché smetta di offrire rifugio e aiuti ai fondamentalisti; auspica un coinvolgimento maggiore dell’India a fianco dell’America. E chiede più sforzi agli alleati della Nato. Parlando ieri nella base militare di Fort Myers, Trump giustifica il suo rovesciamento di posizione dicendo che un ritiro dall’Afghanistan oggi – quello promesso e quasi attuato da Obama – sarebbe un errore fatale, “finirebbe per creare come in Iraq un altro vuoto che verrebbe riempito dai nostri nemici, talebani, Al Qaeda, Isis”. Sottolinea che tra Afghanistan e Pakistan ci sono “le più alte concentrazioni di terroristi al mondo”, ai quali il governo pakistano “offre rifugi”.

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