
(dall’inviato a Rimini) – “Sul tema del lavoro, in particolare quello giovanile, abbiamo bisogno di uno sforzo straordinario che eviti il conflitto tra le generazioni ma che al contrario costruisca un’alleanza tra le generazioni”. Lo ha affermato questa mattina Mauro Magatti, sociologo dell’Università Cattolica di Milano e segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, intervenendo all’incontro “Giovani, lavoro e dignità della persona umana” svoltosi al Meeting di Rimini. Presentando la Settimana sociale che si terrà a Cagliari a fine ottobre sul tema del lavoro, Magatti ha ricordato i quattro filoni che caratterizzano l’appuntamento: “Denuncia, ascolto, buone pratiche e proposte”. “Sarà un appuntamento in cui – ha spiegato – come cattolici ci troveremo per dare un segno e fare delle proposte rispetto all’emergenza del lavoro in Italia e in particolare l’emergenza del lavoro giovanile”. Secondo il sociologo, “uno dei problemi che ci ha portato fino a qui è nato negli anni ‘80”. “L’Italia, con la mia generazione – ha proseguito – ha smesso di pensare al futuro, ha rinunciato all’idea che bisogna scommettere e investire. Ci siamo troppo accontentati di vivere, spesso a debito, sulla ricchezza che avevamo già”. Per Magatti, “il problema è culturale: dobbiamo mettere al centro il lavoro, cioè la capacità umana di creare qualcosa di bello, non solo il posto di lavoro ma l’attività per creare ricchezza e benessere”. Serviranno “leggi e fiscalità che riconoscano questo movimento e lo premi a discapito di altri”. Secondo il sociologo, “c’è bisogno di una conversione per il Paese che deve basarsi sulla convinzione che il lavoro non è tutto uguale: c’è lavoro buono e cattivo, produttivo e improduttivo”. “Il tema della quantità del lavoro – ha aggiunto – è legato alla qualità del lavoro”. “È un buon lavoro quello che crea ricchezza e il lavoro stesso”. “Dobbiamo inventarci un modo – ha concluso Magatti – per trasferire più velocemente che possiamo le risorse del risparmio e degli immobili di una generazione ai giovani, perché sia messa in circolo sostenendo tutti i giovani che vogliono mettersi in gioco per il futuro”.