(dall’inviato a Rimini) – “Una vita piena di senso è l’unico modo per vivere bene e a lungo, pur con tutte le difficoltà, le crisi, le ambivalenze che l’età avanzata comporta”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione italiana di psicogeriatria (Aip), intervenendo all’incontro “L’epidemia silenziosa. Una vita piena di senso per invecchiare bene” svoltosi al Meeting di Rimini. “Oggi i ‘vecchi’ sono tanti, spesso poveri, spesso dimenticati, spesso soli”, ha osservato Trabucchi domandando: “Come possiamo pensare che questi invecchino bene?”. C’è una “responsabilità della collettività verso il mantenimento del senso della vita” perché, ha proseguito, “la libertà dell’anziano è diminuita dai pochi soldi, dalla violenza, di pregiudizi, dalla solitudine, dal dolore fisico”. “Molte di queste cose – ha commentato – possono essere affrontate dalla comunità”. Parlando del “lavoro come ricerca di senso”, Trabucchi ha sottolineato l’importanza del “lavoro degno come modo per mantenere una vita attiva”. Secondo il professore, “il pensionamento a 67 anni per accompagnare l’aumento dell’aspettativa di vita sarà – sul piano della dignità e del mantenimento di una condizione di salute decente – un passaggio formidabile”. Trabucchi ha poi parlato del “senso della vita” quando si verificano “la perdita di fiducia nel proprio ruolo, la depressione”. “Se noi mettiamo insieme la solitudine, la depressione, la perdita del lavoro, le crisi famigliari è facile che la persona perda fiducia nel proprio ruolo e questo è un modo per invecchiare male”. “Non c’è dubbio che la speranza indotta dalla fede è fondamentale”, ha aggiunto, rilevando che “dobbiamo preoccuparci anche dei nostri concittadini che non hanno la fede”. “Come facciamo a dire a chi è cresciuto nella società liquida che il senso e la salute della vita viene se ti doni, se fai davvero il servo degli altri?”, ha domandato. Per il presidente di Aip, “il senso della vita lo si trova anche nelle situazioni più disperate”.