Messaggio

Papa Francesco: a Meeting Rimini, “cristiani evitino l’Alzheimer spirituale”

(dall’inviato a Rimini) – “C’è una malattia che può colpire i battezzati” e che si chiama “Alzheimer spirituale”. Essa “consiste nel dimenticare la storia del nostro rapporto personale con Dio, quel primo Amore che ci ha conquistati fino a farci suoi. Se diventiamo ‘smemorati’ del nostro incontro con il Signore, non siamo più sicuri di niente; allora ci assale la paura che blocca ogni nostro movimento. Se abbandoniamo il porto sicuro del nostro legame con il Padre, diventiamo preda dei capricci e delle voglie del momento, schiavi dei falsi infiniti”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio, a firma del cardinale Pietro Parolin, inviato alla XXXVIII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli che si è aperto ieri a Rimini, sul tema “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo”, tratto dal “Faust” di Goethe. Riflettendo proprio sul tema, visto come “invito a riappropriarci delle nostre origini dal di dentro di una storia personale”, il Pontefice spiega che “per evitare questo Alzheimer spirituale c’è una sola strada: attualizzare gli inizi, il ‘primo Amore’, che non è un discorso o un pensiero astratto, ma una Persona. La memoria grata di questo inizio assicura lo slancio necessario per affrontare le sfide sempre nuove che esigono risposte altrettanto nuove, rimanendo sempre aperti alle sorprese dello Spirito che soffia dove vuole”.

“Riguadagnare la propria eredità – si legge nel messaggio – è un impegno a cui la Madre Chiesa chiama ogni generazione”, per questo il Papa “invita a non lasciarsi spaventare da fatiche e sofferenze, che fanno parte del cammino. Non ci è concesso guardare la realtà dal balcone, né possiamo rimanere comodamente seduti sul divano a vedere il mondo che passa davanti a noi in tv. Solo riguadagnando il vero, il bello e il buono che i nostri padri ci hanno consegnato, potremo vivere come un’opportunità il cambiamento d’epoca in cui siamo immersi, come occasione per comunicare in modo convincente agli uomini la gioia del Vangelo”, aggiunge Francesco che in apertura di messaggio richiama anche i cristiani a “non coltivare “alcun ripiegamento nostalgico su un passato che non c’è più. Guardiamo piuttosto in avanti fiduciosi. Non abbiamo spazi da difendere perché l’amore di Cristo non conosce frontiere invalicabili. Viviamo in un tempo favorevole per una Chiesa in uscita, ma una Chiesa ricca di memoria, tutta sospinta dal vento dello Spirito ad andare all’incontro con l’uomo che cerca una ragione per vivere”.