Razzismo

Diocesi: Pistoia, il vescovo Tardelli esprime solidarietà al sacerdote insultato sui social per aver portato in piscina dei migranti

“Tutti possono criticare ed esprimere pareri discordanti sull’operato di un prete. Nessuno però si deve permettere di offendere, insultare, minacciare. Ciò non è cristiano ma neanche umano”. Lo si legge in una nota della diocesi di Pistoia nella quale si evidenzia che mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, “fa presente che non è disposto a permettere che un sacerdote della sua diocesi venga attaccato e insultato come è avvenuto e sta avvenendo nei confronti di don Massimo Biancalani”. Il prete è stato pesantemente insultato su Facebook e Twitter per aver portato alcuni migranti in piscina. Il vescovo Tardelli ha già espresso personalmente la sua vicinanza a Don Biancalani. “Lo ha fatto nella riservatezza – come è giusto che sia tra persone che si rispettano e quando si vuol fare del bene – anche per rompere quel cerchio nefasto e disumano che rischia di diventare oggi la comunicazione sociale, dove la manipolazione, l’apparire, lo spazio dell’esibizione e lo sfogo dei più bassi istinti sembrano diventare la norma”, precisa la nota, secondo cui “fatti come questo invitano tutti a meditare sulle modalità e gli effetti della propria comunicazione ‘social’ e chiedono uno stile comunicativo che inviti al dialogo e alla riflessione piuttosto che a reazioni violente e polemiche”.
Il vescovo Tardelli intende anche “condannare fermamente le espressioni razziste e le offese gratuite rivolte contro quanti sono accolti nelle strutture della Chiesa”. In proposito aveva già espresso una netta presa di posizione in una recente lettera al clero pistoiese: “Non è comprensibile che all’interno delle nostre comunità parrocchiali si coltivino sentimenti xenofobi, razzisti o anche solo di chiusura. Se questo accade, occorre fare tutti un bell’esame di coscienza perché evidentemente non abbiamo capito molto del Vangelo. Bisogna porre anche attenzione perché c’è chi, manipolando la comunicazione, ci fa credere cose che non esistono o sono ben diverse da come vengono presentate. Sul fenomeno migratorio questo accade sovente, fomentando ad arte sentimenti di ostilità. Voglio qui riconoscere e lodare quanto già viene fatto con generosità da alcuni, sacerdoti e laici, in ordine all’accoglienza dei migranti e per stimolare la comunità cristiana all’accoglienza”.