"Acting EurHope"

Europa: Monni (economista), “aumento disparità fra Paesi e nei singoli Stati alimenta populismi”

“L’aumento delle disparità tra i Paesi dell’Unione europea ed anche all’interno dei singoli Stati, alimenta i populismi. Finché i soldi ci sono questa disparità si sopporta, quando lo Stato non è più in grado di distribuire l’essenziale, la gente non perdona più”. E’ la tesi di Salvatore Monni, docente di economia dello sviluppo presso l’Università Roma Tre. Parlando alla terza giornata della Summer School “Acting EurHope”, in corso a Roma fino a sabato, Monni non nasconde un certo pessimismo: “Non credo sia possibile completare il processo d’integrazione per tutti i Paesi. L’Europa è uno strumento non un fine: se è percepita come qualcosa che peggiora la vita delle persone nascono i populismi”. Intanto, “nei luoghi in cui si assumono le decisioni sta prendendo piede l’idea che il processo di integrazione sia possibile farlo per alcuni Paesi non per altri. Sta tornando il discorso dell’Europa a due velocità”: da una parte “un nucleo duro proiettato verso una maggiore integrazione politica su alcuni temi”; dall’altra “il resto del continente”. Si tratta oltretutto di un processo “non facile da gestire dal punto di vista tecnico”. C’è chi suggerisce di uscire dall’euro, ma l’economista avverte: “Non siamo in grado di quantificare i costi di un’eventuale uscita, non sappiamo come potrebbero reagire i mercati. Non ci sono scenari, potrebbe succedere qualsiasi cosa, è molto complicato”. Per Monni, inoltre, “la politica del fiscal compact”, ossia la riduzione del debito come prevista dal patto di bilancio europeo, “magari giustamente difesa da Bruxelles, non è realizzabile. Conti alla mano, non è possibile”. “Sono un po’ preoccupato – ammette -. Non è che i tedeschi siano cattivi, è che la Germania funziona con un modello che non va bene né per l’Italia né per la Grecia”.