Convegno a Romena
La parola “amore” ha fatto da filo conduttore, oggi pomeriggio, all’intervento dell’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi, al convegno in corso fino a domani presso la “Fraternità di Romena” nel comune di Pratovecchio (Ar). Il presule ha aperto il suo intervento ricordando il viaggio compiuto insieme a Francesco Guccini ad Auschwitz. “Nei campi di concentramento è morto l’uomo – ha detto -. Il problema è che non abbiamo imparato a scandalizzarci e a non uccidere il nostro fratello. L’interrogativo sul male procurato dagli uomini resta aperto. L’unica risposta che unisce tutti è nel Vangelo: ‘Avevo fame e mi hai dato da mangiare’. Dobbiamo cercare di riscoprire l’umanesimo, misurandoci con la vita concreta delle persone e con l’eredità che dobbiamo lasciare”.
L’arcivescovo si è poi soffermato sul suo ultimo libro: “Guarire le malattie del cuore” nel quale ha individuato 40 malattie con delle possibili cure. “L’opposto dell’amore è l’orgoglio – ha affermato mons. Zuppi -. Se riusciamo a sconfiggere l’orgoglio staremo bene”. Mons. Zuppi ha indicato due testimoni che sono riusciti a sconfiggere l’orgoglio nella loro vita: San Francesco e Papa Giovanni XXIII.
Ancora il presule ha affermato: “Quando l’amore diventa un riferimento reale con il quale ti confronti, ti cambia completamente. Oggi, purtroppo, abbiamo perso un po’ il senso di famiglia nella Chiesa e abbiamo rinunciato a prendere sul serio il comandamento evangelico di amarci gli uni gli altri. Il Vangelo ci parla di un’umanità molto concreta con la comunità che ha un cuore solo e un’anima sola. Questo passo degli Ati degli Apostoli è un mio testo di riferimento: l’amore che porta ad essere un’anima sola”.