Il primo ministro di Malta Joseph Muscat ha presentato oggi il nuovo governo, sostanzialmente un rimpasto del precedente, con qualche volto nuovo. I quindici ministri giureranno domani. Interpellato dal Sir per un commento sull’esito delle elezioni del 3 giugno che hanno confermato la fiducia al laburista Muscat, il vicario generale della diocesi di Malta, mons. Joseph Galea Curmi, ha detto: “La Chiesa non entra nella politica partitica; è sempre pronta a collaborare con i leader del Paese nella ricerca del bene comune e di una società giusta che ha cura dei valori etici”. Prima delle elezioni i vescovi avevano spiegato in una Lettera pastorale “che la domanda principale” è “quale tipo di società vogliamo per noi stessi e per le generazioni future”. Il vicario auspica che ora avvenga “un’analisi su quale tipo di società si rifletta nei risultati delle elezioni e sarà in questa società che la Chiesa dovrà esercitare il suo ministero pastorale”. Una delle priorità, dopo una campagna elettorale dai toni molto duri, è “promuovere la riconciliazione: è un messaggio che l’arcivescovo di Malta e il vescovo di Gozo hanno ripetutamente sottolineato”, spiega ancora mons. Galea Curmi, e di cui si parla anche nella Lettera pastorale. “Dovrebbe essere una riconciliazione basata sulla verità e la giustizia, sul rispetto dello Stato di diritto e il corretto funzionamento delle istituzioni del Paese i cui leader si assumono le responsabilità senza paure o favori”, conclude mons. Galea Curmi.