Pastorale
“Ci sono tre strade che non conducono nella direzione evangelica”: la strada del “lasciar fare”, la strada dell'”attivismo separatista” e quella del “soprannaturalismo disumanizzante”. Lo ha detto il Papa, nel discorso pronunciato a Bozzolo, in cui, sulla scorta di don Mazzolari, ha spiegato che la strada del “lasciar fare” – del “balconare la vita”, ha aggiunto a braccio – è quella “di chi sta alla finestra a guardare senza sporcarsi le mani”: “Ci si accontenta di criticare, di descrivere con compiacimento amaro e altezzoso gli errori del mondo intorno. Questo atteggiamento mette la coscienza a posto, ma non ha nulla di cristiano perché porta a tirarsi fuori, con spirito di giudizio, talvolta aspro. Manca una capacità propositiva, un approccio costruttivo alla soluzione dei problemi”. Il secondo metodo sbagliato è quello dell’“attivismo separatista”, per cui “ci si impegna a creare istituzioni cattoliche (banche, cooperative, circoli, sindacati, scuole…). Così la fede si fa più operosa, ma – avvertiva Mazzolari – può generare una comunità cristiana elitaria. Si favoriscono interessi e clientele con un’etichetta cattolica. E, senza volerlo, si costruiscono barriere che rischiano di diventare insormontabili all’emergere della domanda di fede. Si tende ad affermare ciò che divide rispetto a quello che unisce. È un metodo che non facilita l’evangelizzazione, chiude porte e genera diffidenza”. Il terzo errore è il “soprannaturalismo disumanizzante”, in nome del quale “ci si rifugia nel religioso per aggirare le difficoltà e le delusioni che si incontrano. Ci si estranea dal mondo, vero campo dell’apostolato, per preferire devozioni. È la tentazione dello spiritualismo. Ne deriva un apostolato fiacco, senza amore”. “I lontani non si possono interessare con una preghiera che non diviene carità, con una processione che non aiuta a portare le croci dell’ora”, ammoniva don Mazzolari: “Il dramma si consuma in questa distanza tra la fede e la vita, tra la contemplazione e l’azione”, il commento del Papa.