Rapporto

Isis: Lorenzo Vidino (Ispi), “in Europa investimento minimo di risorse per un massimo ritorno in termini di vittime”

La minaccia alla sicurezza non viene dall’esterno ma da soggetti nati e cresciuti nei paesi colpiti. Non si tratta di cellule strutturate ma soggetti che hanno avuto un qualche legame con l’Isis che dunque agisce in Europa e in Occidente con un investimento minimo di risorse per un massimo ritorno in termini di vittime e immagine sull’opinione pubblica occidentale. Sono questi gli elementi più interessanti che emergono dal Rapporto “Fear Thy Neighbor. Radicalization and Jihadist Attacks in the West”, realizzato dall’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) che verrà presentato domani  a Roma alla presenza del ministro dell’Interno, Marco Minniti. Ad indicarli al Sir è uno dei due curatori della ricerca, Lorenzo Vidino. “È vero – dice l’esperto – che nel dibattito pubblico si parla di rifugiati e di minaccia alla sicurezza che viene dall’esterno. È vero che ci sono stati casi importanti di soggetti arrivati in Europa illegalmente ma statisticamente la stragrande maggioranza dei terroristi sono soggetti nati e cresciuti nei nostri Paesi. Siamo pertanto di fronte ad una minaccia autoctona”. Il secondo elemento che emerge dal Rapporto è che la maggior parte degli attentati, tranne quelli di Parigi e Bruxelles, non sono perpetrati direttamente dallo Stato islamico ma da soggetti che hanno avuto solo qualche legame con l’lsis. “Non siamo quindi di fronte a cellule strutturate, addestrate e quindi inviate sul campo per colpire, ma sono attacchi compiuti con un controllo minimo a distanza. In una prospettiva futura – secondo Vidino -, questa potrebbe essere la dinamica di uno Stato islamico che in Siria e Iraq sta perdendo territorialità: incitare, cioè, soggetti già presenti in Occidente a mobilitarsi e a compiere attentati con un investimento minimo di risorse per un massimo ritorno in termini di vittime e immagine sull’opinione pubblica occidentale”.