Salute
Nasce dalla collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio il nuovo percorso clinico assistenziale per il paziente con patologia alcol correlata presentato oggi al Policlinico Universitario Gemelli. “Questo percorso – ha dichiarato il direttore del Policlinico, Enrico Zampedri – suggella una collaborazione nata con la comunità di S.Egidio con la attività della Villetta della misericordia. Da quella iniziativa ne sono nate altre perché ha smosso le coscienze e sviluppato la collaborazione clinica perché le persone vengono prese più in carico”. L’alcolismo è un tema che si tende ad eludere fuori e ma anche dentro gli stessi ospedali, secondo Pierluigi Granone, direttore del governo clinico del Gemelli. “I volti sfigurati – ha detto – non piacciono, ma una delle nostre missioni è proprio l’accoglienza di questi volti. Il problema dell’alcolismo non è solo degli ultimi ma anche di coloro che vengono definiti primi, solo che per questi viene coperto e gestito in maniera diversa. Abbiamo la fortuna di vedere i volti che si trasformano grazie alla attività, con l’obiettivo di reinserire in una società che li accolga come persone”. Chi ha offerto un quadro del fenomeno in Italia è stato Giovanni Addolorato, dirigente medico della Uoc medicina interna, gastroenterologia e malattie del fegato dell’ospedale. “I problemi legati alla dipendenza da alcol – ha sottolineato – costano 53 miliardi di euro in temine di mancata produttività e assistenza, coinvolgono 4 milioni di persone, di cui 1 milione e mezzo con dipendenza. Un letto su tre in tutte le medicine ospedaliere italiane è occupato da una persona con problemi di alcol. L’alcol è, inoltre, la prima causa di morte dei ragazzi, con 30mila vittime l’anno. Solo i pazienti con patologia alcol correlata ricoverati al Policlinico Gemelli sono 500 all’anno e vengono inviati nei vari reparti di medicina dove c’è posto. Da qui l’esigenza di creare una competenza professionale specifica. In questo campo il trattamento multimodale è necessario. Nessuna figura è più importante ma se salta una viene meno l’intero percorso. L’ambulatorio di alcol già – ha concluso – esisteva già. Qui circa 200 pazienti vengono presi in carico, 25 visti a settimana e 15 sono in psicoterapia. Il 70% ha avuto una significativa riduzione dei problemi”.