Vita

Charlie Gard: Corte europea diritti uomo, “garantire terapie” fino a pronunciamento definitivo

Ancora una volta la Corte europea dei diritti dell’uomo ha prorogato la “misura provvisoria” invitando il governo del Regno Unito “a garantire che a Charlie Gard, il bimbo che soffre di una malattia genetica rara, siano somministrati i trattamenti e l’assistenza medica opportuni per assicurare che soffra il meno possibile e conservi tutta la dignità possibile nel mantenerlo in vita”. È la terza volta che la Corte adotta questa misura nell’attesa di arrivare a un pronunciamento sul caso che vede i genitori del piccolo di dieci mesi contestare la decisione dei medici del Grand Ormond Hospital di Londra di sospendere le terapie a Charlie, cosa che lo porterebbe alla morte. La Corte, nella serata di ieri, ha anche reso noto che, “alla luce delle eccezionali circostanze”, a questo caso è stata riconosciuta la “priorità” e quindi verrà affrontata “con la massima urgenza”, anche se non è ancora stato reso noto il calendario delle sedute in cui verrà discusso il ricorso. La Corte suprema del Regno Unito, che in nome dell’”interesse superiore del bambino” e alla luce dei gravi e irreversibili danni cerebrali subiti da Charlie aveva dato ragione ai medici che volevano interrompere la respirazione artificiale, ieri si è di nuovo riunita per una breve udienza e “con grande esitazione” ha accolto le indicazioni dei giudici della Corte di Strasburgo limitandole però a “per un periodo di tre settimane”, cioè fino alla mezzanotte del 10 luglio prossimo. I giudici di Londra invitano “rispettosamente i colleghi della Corte europea a fare tutto il possibile per affrontare il ricorso entro tale data” e aggiungono: “Saremmo in grave difficoltà se si chiedesse di agire ancora più a lungo contro l’interesse superiore di Charlie, ordinando un prolungamento ulteriore della sua sopravvivenza”.