Convegno
“Con Papa Francesco è chiarissima la netta opposizione tra un cristianesimo fortemente intriso di una cristianità antica e di una presa culturale molto forte – per cui molti hanno comportamenti valoriali della cultura cristiana ma non sono credenti – e un cristianesimo che si basa e vuol fare memoria dell’Evangelo”. Lo ha affermato don Carmelo Torcivia, docente di teologia pastorale nella Facoltà teologica di Palermo, intervenendo al Convegno nazionale dei direttori degli Uffici catechistici e liturgici diocesani in corso a Salerno. “Se non siamo capaci di destrutturare quanto offerto dalla inculturazioni del passato chiedendo una ristrutturazione avremo reso un gran servizio alla nostra cultura ma non abbiamo reso un buon servizio all’Evangelo”, ha osservato don Torcivia, ricordando che “il nostro compito è di rendere servizio all’Evangelo”. Nel suo intervento, il sacerdote si è detto favorevole a “quelle sperimentazioni di catechesi che sono pensate a partire dalla dimensione simbolico-rituale e che pongono al centro l’evento sacramentale come evento rivelativo”. “Si tratterà – ha aggiunto – di catechesi che si pongono il problema della trasmissione-comunicazione-educazione delle fede, attuando un’impostazione metodologica che non privilegia la sola comunicazione verbale, ma piuttosto la dimensione simbolica e rituale” perché “garantiscono la trasmissione e l’inculturazione”. “Bisogna però distinguere nettamente – ha notato – i simboli di tutta una ‘ricca’ e insipiente ricerca e costruzione di ‘segni’, molto presente negli itinerari catechetici e liturgici”. “Questi – ha ammonito – sono la morte dei simboli e abitano solo l’effimero emotivo”.