
“I ragazzi vogliono essere ‘grandi’ e i ‘grandi’ vogliono essere o sono diventati adolescenti”. A mettere l’accento su questa “dinamica ambientale che ci interpella tutti” è stato stasera il Papa, nella parte finale del discorso di apertura del Convegno della diocesi di Roma. “Non possiamo ignorare questa cultura, dal momento che è un aria che tutti respiriamo”, il monito di Francesco, secondo il quale “oggi c’è una specie di competizione tra genitori e figli; diversa da quella di altre epoche in cui normalmente si verificava il confronto tra gli uni e gli altri”. “Oggi siamo passati dal confronto alla competizione”, il grido d’allarme del Papa: “I nostri ragazzi oggi trovano molta competizione e poche persone con cui confrontarsi. Il mondo adulto ha accolto come paradigma e modello di successo l’eterna giovinezza. Sembra che crescere, invecchiare, ‘stagionarsi’ sia un male. È sinonimo di vita frustrata o esaurita. Oggi sembra che tutto vada mascherato e dissimulato. Come se il fatto stesso di vivere non avesse senso”.
“Com’è triste che qualcuno voglia fare il lifting al cuore! Com’è doloroso che qualcuno voglia cancellare le ‘rughe’ di tanti incontri, di tante gioie e tristezze!”, ha esclamato Francesco, che come esempio positivo, in senso contrario, ha citato “la grande Anna Magnani, che quando le hanno proposto di fare un lifting ha risposto: ‘Queste rughe mi sono costate tutta la vita, sono preziose!'”. “Questa è una delle minacce ‘inconsapevoli’ più pericolose nell’educazione dei nostri adolescenti – ha tuonato il Papa salutato dagli applausi -: escluderli dai loro processi di crescita perché gli adulti occupano il loro posto. Adulti che non vogliono essere adulti e vogliono giocare a essere adolescenti per sempre. Questa ‘emarginazione’ può aumentare una tendenza naturale che hanno i ragazzi a isolarsi o a frenare i loro processi di crescita per mancanza di confronto”.