Papa Francesco: agli studenti, non prendere esempio da certi dibattiti pre-elettorali. “Rifare il patto educativo”

C’è una “parola magica”- dialogo – che non si impara certo da quello che “è successo in un dialogo televisivo pre-elettorale”. Rispondendo a braccio alle domande degli studenti, in Aula Paolo VI, il Papa – che ha precisato di non parlare da Papa ma da “persona” che ha sentito, pur senza vederlo, “cosa è successo” – è sembrato riferirsi indirettamente al duello televisivo tra Macron e Le Pen, i due candidati alle elezioni presidenziali francesi. “Dov’era il dialogo lì?”, si è chiesto: “Si buttavano delle pietre, non si lasciava finire l’altro. Se a un livello così alto si arriva a non saper dialogare, la sfida dell’educazione al dialogo è molto grande”. “Ascoltare con mitezza, con rispetto”, un atteggiamento essenziale in materia di educazione: “Noi diciamo spesso, ‘ma questo è maleducato, questa è maleducata’. Forse. Ma è un ‘male-insegnato'”, ha detto Francesco, secondo il quale “l’educazione oggi non educa a queste virtù della mitezza, della pace, della tranquillità: l’educazione è in pericolo di venire giù. Tante volte si è rotto il patto educativo tra famiglia e scuola”. Il Papa ha raccontato ancora una volta l’episodio accadutogli a 9 anni, in quarta elementare, quando ha detto “una cosa brutta alla maestra” e la madre, convocata a scuola dall’insegnante, gli ha chiesto di chiederle pubblicamente scusa e poi, tornato a casa, lo ha rimproverato con un “secondo atto imprevisto”. Oggi, invece, l’analisi di Francesco, “tante volte se nella scuola si rimprovera l’alunno, sono i genitori a venire il giorno dopo a rimproverare il maestro o la maestra per questa aggressione”. Di qui la necessità di “rifare il patto educativo tra famiglia, società, scuola, tutti al servizio del ragazzo e della ragazza perché cresca bene, ma tutti uniti!”. “Ma se la famiglia tira da una parte, la scuola dall’altra, lo Stato dall’altra, il ragazzo cresce come può e cresce male”, il monito del Papa, che ha esortato ad educare alle virtù partendo dalla mitezza e dall’ascolto. “E’ curioso, quando qualcuno comincia a spiegare una cosa generalmente non lo si lascia finire”, l’altro rimprovero per l’oggi. “Eduare all’ascolto, educare alla mitezza”: solo così i giovani “potranno diventare cittadini responsabili di pace”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy