
“Non abbiate paura di chiamare le cose per nome, di guardare in faccia la verità della vostra vita e di aprirvi in trasparenza e verità agli altri, soprattutto ai vostri formatori, fuggendo la tentazione del formalismo e del clericalismo, che sono la radice della doppia vita”. È l’invito del Papa, rivolto alla comunità del Pontificio Seminario Campano di Posillipo, ricevuta oggi in udienza. Gli esercizi spirituali ignaziani sono “un sicuro punto di riferimento” per mediare con “fedeltà creativa” le indicazioni che provengono dal magistero della Chiesa, ha detto Francesco, ricordando che “educare secondo lo stile ignaziano vuol dire innanzitutto favorire nella persona l’integrazione armonica a partire dalla centralità della relazione di amicizia personale con il Signore Gesù”. “È proprio il primato dato alla relazione con il Signore, che ci chiama ‘amici’ – ha proseguito il Papa – che consente di vivere una spiritualità solida, profonda, ma non disincarnata. Per questo è importante conoscere, accogliere e riformare continuamente la propria umanità”. “Non stancarsi e andare avanti, sempre in cammino”, ha aggiunto a braccio. Anche la formazione intellettuale, ha puntualizzato Francesco, “non tende ad essere il semplice apprendimento di nozioni per diventare eruditi – voi non siete un dizionario! – ma vuole favorire l’acquisizione di strumenti sempre più raffinati per una lettura critica della realtà, a partire da sé stessi”. “Tutto il cammino vocazionale, come per Simon Pietro e i primi discepoli, ruota attorno ad un dialogo d’amore, d’amicizia, in cui, mentre noi riconosciamo in Gesù il Messia, il Signore della nostra vita”, ha esclamato il Papa: “Lui ci dona il nome ‘nuovo’, che racchiude la nostra vocazione, indica la nostra missione, che il Padre conosce e custodisce da sempre. La scoperta del nostro nome nuovo, il nome che meglio ci definisce, quello più autentico, passa attraverso la nostra capacità di dare via via nome alle diverse esperienze che animano la nostra umanità”. “Chiamare le cose per nome è il primo passo per la conoscenza di sé e quindi per conoscere la volontà di Dio sulla nostra vita”, ha assicurato Francesco.