Appello

Terremoto: mons. D’Ercole, “burocrazia, tagliatela!”, ma “la ricostruzione più urgente è quella sociale”

“Anche se in un batter d’occhio ricostruissero le case, non avrebbero ricostruito la città”. Lo ha detto monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione della quinta edizione di “I teatri del sacro”, che quest’anno per la prima volta si terrà nella cittadina marchigiana vittima anche del terremoto. “Vedo tantissima solitudine”, ha detto il presule interpellato su quali siano le maggiori criticità del dopo-terremoto e su quali siano a suo avviso gli interventi più urgenti: “La popolazione – ha proseguito – non la percepisco lamentosa, anche se ci sono carenze. La ricostruzione va lentamente non tanto per le persone, ma per tutta una serie di burocrazie legate al collegamento degli uffici, alla ‘macchina’. ‘Burocrazia, tagliatela!’ è un appello che farei, come ha fatto Papa Francesco, ma la ricostruzione più urgente è quella sociale”. Ad Arquata, tra poco, arriveranno le prime casette, ha ricordato D’Ercole, ma “il bisogno maggiore della gente che si trova ancora sulla costa non è avere cose, ma la possibilità di essere ascoltata. Nel cuore di chi ha perso tutto c’è un misto di rabbia e di speranza, ci vuole il coraggio di stare accanto e di ascoltare ogni giorno”. “La ricostruzione umana, sociale non durerà un giorno o un mese, ma anni, ci vuole grande ascolto e accompagnamento”, ha ammonito il vescovo, annunciando l’arrivo per l’estate ormai prossima di 900 giovani da tutta Italia “per i quali stiamo predisponendo un progetto unitario che coinvolga tutti, in modo da non far sentire i terremotati assistiti, ma protagonisti della loro ricostruzione”. Infine, un “grazie” per la scelta di Ascoli Piceno a sede de “I teatri del sacro”: l’auspicio è che l’iniziativa possa “provocare una città che soffre di solitudine e di abbandono ad una nuova stagione culturale di confronto e di apertura”.