Presidenza Cei: card. Bagnasco, “logica della terna è valorizzazione della peculiarità del Papa nella Chiesa italiana”

foto SIR/Marco Calvarese

“Non conosco il futuro, nessuno di noi lo conosce. Non so assolutamente prevedere se un domani ci sarà un cambiamento ulteriore statutario, per cui il presidente verrà eletto direttamente dall’assemblea”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha risposto ieri sera ad una domanda dei giornalisti sulle procedure di elezione, e su possibili evoluzioni future, del presidente della Cei, che nella prossima Assemblea – per la prima volta – sarà scelto dal Papa all’interno di una terna di nomi votata dai vescovi. “Certamente la storia ci dice che tre anni fa il Santo Padre ci ha chiesto di rivedere lo Statuto e di valutare se c’era qualcosa da cambiare nella nomina del presidente. ”‘Fate voi, pensateci, parlatene…’. E noi abbiamo fatto questo lavoro, che è durato un po’ di tempo. C’è stato molto dialogo, molto confronto e siamo arrivati a questo cambiamento statutario che ha cercato di valorizzare, da una parte, il legame peculiare, unico, del Papa con l’Italia: è il primate d’Italia, e più chiaramente il vescovo di Roma, fa parte della nostra Conferenza. Ecco, allora, la logica della scelta della terna. È la valorizzazione, da una parte, della peculiarità del Papa nella Chiesa italiana e, dall’altra, dell’aiuto dei vescovi alla scelta del Papa”. Interpellato sul momento preciso dell’assemblea in cui il Papa comunicherà ai vescovi la sua scelta, Bagnasco ha risposto: “Non lo so, è la prima volta, non lo sappiamo”.

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