
“Hidden no more, oculta nunca mas, mai più nascosta! Non si tratta semplicemente di uno slogan, bensì di un impegno che ci deve vedere tutti protagonisti”. Lo ha esclamato, in tre lingue, il Papa, incontrando questa mattina, in Aula Paolo VI, le persone affette dalla malattia di Huntington, accompagnate dai loro familiari. Centinaia le famiglie sudamericane, dove la malattia è più diffusa, ma non manca una rappresentanza proveniente dagli Usa. “Vi accolgo con gioia e saluto ciascuno di voi presente a questo momento di incontro e di riflessione dedicato alla malattia di Huntington”, ha esordito Francesco, ringraziando gli organizzatori dell’iniziativa ed estendendo il suo saluto “a tutte le persone che nel loro corpo e nella loro vita portano i segni di questa malattia, come pure a quanti soffrono per altre patologie cosiddette rare”. “So che alcuni di voi hanno dovuto affrontare un viaggio molto lungo e non facile per essere qui oggi”, ha proseguito il Papa: “Ho ascoltato le vostre storie e le fatiche che ogni giorno dovete affrontare; ho compreso con quanta tenacia e con quanta dedizione le vostre famiglie, i medici, gli operatori sanitari e i volontari sono al vostro fianco in un cammino che presenta tante salite, alcune molto dure”. “Per troppo tempo le paure e le difficoltà che hanno caratterizzato la vita delle persone affette da Huntington hanno creato intorno a loro fraintendimenti, barriere, vere e proprie emarginazioni”, l’appello: “In molti casi gli ammalati e loro famiglie hanno vissuto il dramma della vergogna, dell’isolamento, dell’abbandono. Oggi però siamo qui perché vogliamo dire a noi stessi e a tutto il mondo: Hidden no more, oculta nunca mas, mai più nascosta!”.