No alla “tecnolatria”, che “cerca di camuffare una nuova ideologia con i tratti della scienza”, sì invece a “broker di buona volontà”, “veri mediatori più che intermediari, che facciano incontrare le aziende e le banche con le iniziative locali, con i gruppi per lo sviluppo e con le micro-aziende, per trovare quanto prima modelli effettivamente applicabili”. È quanto ha affermato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, intervenendo alla cerimonia di consegna dei premi della terza edizione del concorso internazionale “Economia e società”, promosso dalla Fondazione Centesimus Annus-Pro Pontifice. “Ognuno di loro, nel proprio ambito di ricerca o di lavoro, e nello sviluppo delle proprie competenze – ha detto il cardinale riferendosi ai tre vincitori: Markus Vogt, padre Dominique Greiner e Burkhard Shäfers – ci aiuta a dare risposte alle domande e alle preoccupazioni suscitate dagli sviluppi economici e tecnologici del XXI secolo, di questa epoca che alcuni hanno indicato come quarta rivoluzione industriale”. Ringraziando la Fondazione, a nome del Papa, “per il contributo delle disponibilità dell’esercizio 2016 che ha offerto per le opere di carità del Santo Padre, in particolare per il sostegno ai profughi minori non accompagnati”, Parolin ha fatto notare che “occorrono azioni urgenti per aiutare i poveri a divenire i primi attori del loro destino”, diffondendo “modelli e pratiche d’impresa accessibili anche a loro”.