
“L’anno scorso, nel 2016, la Chiesa italiana – tutte le diocesi nei loro organismi, parrocchie, associazioni, movimenti – hanno distribuito 25 milioni di pasti”. Ad annunciarlo è stato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, conversando ieri sera con i giornalisti, alla vigilia dell’assemblea che eleggerà il nuovo presidente. “Solo a Genova l’anno scorso abbiamo distribuito quasi 600mila pasti”, ha detto Bagnasco spiegando la genesi della cifra: “Se facciamo una media di 100mila per tutte le diocesi – ci sono diocesi piccole e diocesi più grandi – viene fuori 25 milioni”. “L’Italia è un Paese affamato”, ha commentato. “Noi riceviamo mediamente all’anno un miliardo – ha detto citando una ‘ricerca documentata’ sull’utilizzo dei fondi raccolti attraverso l’otto per mille – e in termini di servizi, tutti elencati, noi restituiamo allo Stato e alla società 11 miliardi. Uno a 11. Sono niente di fronte alla realtà”. Poi un dato “sicurissimo”, perché viene dal Miur: “Lo Stato italiano risparmia grazie alle scuole paritarie 6 miliardi e mezzo”. “Il resto arriva dalle tasche ancora della gente”, ha fatto notare il cardinale. “Se lo Stato dovesse provvedere, come in Francia, al patrimonio artistico delle chiese, non so cosa potrebbe accadere, perché in Italia ce n’è troppo”, ha osservato il cardinale, secondo il quale “non è questione soltanto di risorse finanziare, ma è questione di risorse umane, perché dietro al restauro di una chiesa c’è un sacerdote che sta lì, con l’occhio e il cuore di un padre di famiglia che cura la sua casa e la abbellisce un po’, l’aggiusta”.