
“Ci sono mali nella nostra società che sono meno visibili di altri. Alcuni sono addirittura camuffati da ‘bene’, non sembrano neanche mali, o perché ci sono sempre stati, o perché sembra che la società non ne possa fare a meno. Noi crediamo che non ci siano mali ‘inevitabili’, ma che a ognuno ci possa essere un termine: basta volerlo in tanti, mettendo fine a sofferenze indicibili, a disumanizzazioni, a mercificazioni della persona umana”: lo dice mons. Augusto Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma per il settore Sud, in un servizio del Sir dedicato all’iniziativa promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e dalla diocesi di Roma: stasera, venerdì 7 aprile, alle 19,30, nella capitale, lungo le vie del quartiere Garbatella, si snoderà una Via Crucis di solidarietà per le donne vittime della tratta e della prostituzione coatta. Il corteo, illuminato da numerose fiaccole, passerà in una delle zone più colpite dal “turpe mercato della prostituzione coatta”, spiega la Comunità Papa Giovanni XXIII, che è impegnata da oltre trent’anni a “dare voce a chi non ne ha” e per questo “scenderà in piazza per le donne che subiscono ogni giorno la violenza di sfruttatori e clienti; per elevare con loro un grido di liberazione rivolto a Dio, ma anche alle coscienze di tutti, in particolare di chi ha incarichi istituzionali, perché questo mercato di esseri umani venga fermato”. Anche Papa Francesco, al termine dell’udienza generale di mercoledì 5 aprile, rivolgendo un saluto alla Comunità Papa Giovanni XXIII, mentre ha esortato “a continuare l’opera in favore di ragazze sottratte alla prostituzione”, ha invitato “i romani a partecipare alla Via Crucis per le donne crocifisse”.