Suicidio Maria Rita Logiudice: mons. Morosini (Reggio Calabria), “rispetto” e “prudenza”, “fermarci per riflettere”

“Questa è una tragedia che non solo getta nella disperazione la famiglia della ragazza – alla quale dobbiamo avvicinarci con un eguale atteggiamento di profondo rispetto per il proprio dolore – ma evidenzia anche come alcune volte diventi difficile riuscire a decifrare il cuore dei giovani che spesso cadono in questa incomunicabilità anche con le persone a loro più care”. A parlare è l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, dopo la morte di Maria Rita Logiudice, figlia venticinquenne di un detenuto per reati di ‘ndrangheta. “Ho letto quel che è stato detto e scritto sul caso e per questo dico che prima è necessario attendere l’esito delle indagini che sono state avviate”, dice il presule oggi al quotidiano “Gazzetta del Sud”: “Formulare qualsiasi giudizio senza che prima chi è deputato a far luce su tutti gli aspetti della vicenda abbia concluso il proprio compito non mi sembra utile. Rispettiamo il lavoro di chi sta indagando anche perché potrebbe essere grave anticipare giudizi che magari possano coinvolgere terze persone. Ecco perché prudenza e rispetto mi sembrano necessari nell’accostarsi a questa vicenda così dolorosa”. Mons. Morosini parte da una riflessione “chiara e incontrovertibile”: Maria Rita “per arrivare a tanto dentro di sé avrà covato solitudine, amarezza, disperazione… Tutto ciò ci interpella come società nel suo complesso e interpella le istituzioni in primo luogo. Tutti dovremmo fermarci per trovare una strada comune, per seguire un percorso condiviso, che penso debba partire per forza dall’ascolto dei giovani”.

“Dopo una tragedia simile abbiamo la necessità di fermarci per riflettere”, l’invito del presule: “Ma deve essere una riflessione pacata, senza puntare il dito uno contro l’altro, senza recriminazioni di sorta o colpevolizzazioni dell’uno o dell’altro qualcuno”. Occorre “sederci per ragionare, per pensare assieme un cammino fuori dalla pressione della tragedia, lontano dalla contingenza e dall’emotività che provoca il dolore davanti allo strazio di una ragazza che si è tolta la vita”. “Se le istituzioni riuscissero a fare periodicamente quanto fatto nei giorni scorsi sotto la spinta della tragedia di Maria Rita penso che potrebbe essere un grande servizio alla comunità”, la proposta del vescovo, assicurando “ampia disponibilità”, da parte della Chiesa reggina, ad “un simile percorso condiviso: se saremo invitati non faremo certamente mancare il nostro appoggio e il nostro contributo”.

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