Sinodo sui giovani: don Attard (salesiano), “il cammino della pastorale giovanile va pensato e vissuto alla luce della Evangelii Gaudium”

“È alla luce della Evangelii Gaudium che il cammino della pastorale giovanile va pensato e vissuto”. Da qui nasce “una prima sfida: l’urgenza che per noi Evangelii Gaudium rimanga come bussola”. Lo ha affermato don Fabio Attard, consigliere generale per la Pastorale giovanile dei Salesiani, intervenendo oggi pomeriggio a Roma al convegno “Da Cracovia a Panama – Il Sinodo in cammino con i giovani” promosso dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Presentando la terza parte del documento preparatorio del Sinodo, don Attard ha sottolineato l’importanza di “un’empatia pastorale” verso i giovani. “Camminare con i giovani è bello ma anche esigente. Loro ci chiedono di accompagnarli verso la verità, ma con la carità”, ha spiegato, rilevando che “una vera pastorale giovanile non vede mai e non guarda mai ai giovani come pazienti che necessitano cura”. Il salesiano ha invitato a “guardare ai giovani, soprattutto ai più poveri e bisognosi, come anche ai più disgraziati, con la certezza che nel cuore di ognuno c’è un punto accessibile al bene”. “Una pastorale giovanile che lascia il segno nella vita dei giovani è una pastorale giovanile che decisamente punta sui processi nei vari luoghi dove si propone”, ha osservato, richiamando la “tentazione” di limitare la proposta “solo attorno ad eventi”. Fondamentali sono “l’esperienza associativa”, “la cultura del cammino, l’esperienza del gruppo, il sentirsi identificati con altri giovani”. “Far parte del cammino dei giovani significa capire il loro linguaggio che è molto di più del solo vocabolario”, ha concluso don Attard, evidenziando che “dobbiamo essere prima di tutto capaci di capire e decifrare il loro silenzio, la loro solitudine, il senso della loro ricerca”.

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