
“Avvenire” apre la sua prima pagina con il doppio fronte bellico-terroristico che ha visto da una parte la risposta americana alla presunta responsabilità di Assad per l’attacco chimico di martedì in Siria e, dall’altra, la strage a Stoccolma provocata da un camion lanciato sulla folla nel centro della capitale svedese. Il commento è affidato al politologo e analista Vittorio E. Parsi. “Il terrorismo ha colpito ancora, questa volta a Stoccolma – scrive l’editorialista – ricordandoci che, nonostante tutte le divisioni e gli interessi confliggenti che pure rappresentano la normalità della politica internazionale, la necessità di una straordinaria unità di intenti nella lotta contro la minaccia jiahdista rimane forte come prima. La settimana è stata infatti aperta e chiusa da due gravi attentati terroristici, a Mosca e a Stoccolma: la spaccatura russo-americana si colloca temporalmente e simbolicamente in questi due terribili eventi. E ci ricorda che la guerra al terrore è un debolissimo collante, che le coalizioni per la lotta contro il Daesh o al-Qaeda reggono (e a fatica) a livello tattico per liberare Mosul o Raqqa, ma non sono estendibili ad altri obiettivi, neppure a livello regionale. Perché gli interessi degli attori (a cominciare da Mosca e Washington) su tutto il resto divergono”.
A centro pagina una grande foto per la Via Crucis romana organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII contro la tratta e la violenza sulle donne. Richiami anche a un’inchiesta in Gran Bretagna sui cattolici, una comunità piccola ma che dà segni di forte vitalità, grazie a una serie di iniziative di nuova evangelizzazione, e a un’intervista al responsabile dei consultori cattolici dopo la decisione della Regione Lazio di distribuire nei consultori la pillola abortiva.
Spazio infine per l’approvazione dell’ultima parte della riforma della scuola. Il passaggio è commentato da Enrico Lenzi: “Riforma della buona scuola completata? A dire il vero il suo cammino inizia proprio adesso. E non si preannunciata affatto in discesa. L’approvazione dei decreti attuativi da parte del governo è sicuramente un punto fermo sul percorso riformatore del sistema scolastico. Ai dirigenti, ai docenti, agli studenti e alle famiglie ora il compito di volerne essere davvero protagonisti”.