Politica

Turchia: Redaelli (Un. Cattolica), “con il referendum svolta autoritaria”. Ma Ankara rimane “un alleato inevitabile per tutti”

“Quella approvata domenica è una riforma che rafforza enormemente il ruolo del presidente e prolunga per almeno 10-15 anni la permanenza al potere di Erdogan. La riforma rimuove, in particolare, i contrappesi che sono il sale della democrazia, segnando una svolta autoritaria”. Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica e di Storia e istituzioni dell’Asia dell’Università Cattolica di Milano, nonché direttore del Centro di ricerche sul sistema sud e il Mediterraneo allargato dell’ateneo, commenta – intervistato dal Sir – gli esiti del referendum svoltosi il 16 aprile nel Paese euroasiatico, con il quale entra in vigore il nuovo assetto costituzionale voluto dal presidente Recep Tayyp Erdogan. E mentre si attendono – tra non meno di dieci giorni – i risultati ufficiali del voto, salgono le proteste di piazza. “All’inizio della sua ascesa Erdogan era stato abile a presentarsi come figura moderata, ma oggi si mostra intollerante verso ogni forma di opposizione”, afferma lo studioso. “Basta vedere come si è svolta la campagna referendaria durante la quale sono state silenziate le ragioni del no”.
“Nonostante il fortissimo battage propagandistico, il sì si è fermato poco sopra il 51%, frutto magari di manipolazioni elettorali. Il che significa – aggiunge Redaelli – che in Turchia rimane ben presente e diffusa una resistenza all’involuzione autoritaria. D’altro lato occorre notare come abbia fatto presa il ricorso di Erdogan alla retorica nazionalista, testimoniata anche dal voto dei residenti all’estero”. Quale potrà essere il ruolo della Turchia nella già compromessa situazione mediorientale? “In passato Erdogan ha mostrato una politica estera piuttosto avventurosa. È transitato dal motto ‘zero problemi con i vicini’ all’attuale situazione di ‘zero vicini senza problemi’. Di fatto si moltiplicano le occasioni di collisione tra Ankara e i Paesi confinanti. Del resto lo stesso Erdogan ha a suo favore un elemento essenziale: infatti la Turchia appare oggi come un alleato inevitabile per tutti”.