Omelia
“Il contributo di noi figli del Risorto nella società plurale sia la testimonianza di una irriducibile tensione alla verità, alla solidarietà, all’eguaglianza e alla giustizia”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nell’omelia della messa pontificale in duomo di domenica 16 aprile, solennità di Pasqua. Dopo aver ricordato il significato della festa religiosa e aver richiamato i segni di speranza che si ritrovano nella società, Scola ha affermato: “Milano, il Paese e l’Europa tutta, per svolgere il loro compito nel mondo intero, hanno bisogno di un sistema sociale radicato in un equilibrato e inscindibile rapporto tra diritti, doveri e leggi. Esso può nascere e crescere solo se ogni cittadino e ogni corpo sociale vivono l’impegno diretto e deciso a dare contenuto pieno alla propria partecipazione alla vita pubblica. Soprattutto non debbono sottrarsi a questo compito le istituzioni di ogni ordine e grado. Qualunque forma potranno assumere in futuro a causa dei cambiamenti in atto, il loro contributo sarà necessario per un’armoniosa vita civile”. Il card. Scola ha invitato in particolare la politica ad assumere una importante responsabilità: “dovrà abbandonare formalismi e dialettiche sterili, i troppi ossessivi ricorsi alla tecnocrazia e gli appesantimenti burocratici. È necessario che l’imprescindibile arte di governare la cosa pubblica si ponga sempre più in ascolto del popolo, della opinione pubblica in senso forte. Sono questi i luoghi da cui emergono quei segni dei tempi che permettono di edificare il nuovo stile di vita civile”.