
“Andiamo e lasciamoci sorprendere da quest’alba diversa, lasciamoci sorprendere dalla novità che solo Cristo può dare. Lasciamo che la sua tenerezza e il suo amore muovano i nostri passi, lasciamo che il battito del suo cuore trasformi il nostro debole palpito”. Con questo augurio Papa Francesco ha concluso l’omelia della Veglia Pasquale, presieduta nella Basilica Vaticana. “Questa notte – ha sottolineato il Papa – ci chiama ad annunciare il palpito del Risorto, Cristo vive!”. Riflettendo su Maria di Magdala e l’altra Maria, le due donne accorse al sepolcro, di cui parla il Vangelo di Matteo, Francesco ha ricordato che “il palpito del Risorto” è “ciò che cambiò il passo di Maria Maddalena e dell’altra Maria: è ciò che le fa ripartire in fretta e correre a dare la notizia; è ciò che le fa tornare sui loro passi e sui loro sguardi; ritornano in città a incontrarsi con gli altri”. E ancora: “Come con loro siamo entrati nel sepolcro, così con loro vi invito ad andare, a ritornare in città, a tornare sui nostri passi, sui nostri sguardi. Andiamo con loro ad annunciare la notizia, andiamo… In tutti quei luoghi dove sembra che il sepolcro abbia avuto l’ultima parola e dove sembra che la morte sia stata l’unica soluzione. Andiamo ad annunciare, a condividere, a rivelare che è vero: il Signore è Vivo. È vivo e vuole risorgere in tanti volti che hanno seppellito la speranza, hanno seppellito i sogni, hanno seppellito la dignità. E se non siamo capaci di lasciare che lo Spirito ci conduca per questa strada – ha concluso il Papa -, allora non siamo cristiani”.