Carcere: apre a Rebibbia un punto vendita di prodotti alimentari realizzati dai detenuti

“Finalmente, tra le mura del carcere, apre un elegante esercizio commerciale che offre agli abitanti del quartiere di Rebibbia, la possibilità di degustare prodotti di qualità, permettendo, attraverso i piaceri del palato, di accorciare la distanza tra la società civile e quella ‘ristretta’”. È fissata per il 20 aprile, alle ore 13, in via Bartolo Longo 82 a Roma, l’inaugurazione di un punto vendita aperto al pubblico e la presentazione delle attività di produzione del pane e dei suoi derivati presso la terza casa circondariale di Rebibbia. L’iniziativa – spiega una nota – deriva da un progetto, denominato “Liberamens…a e il pane dalla terza bottega”, finanziato con i fondi della Cassa delle Ammende del Dap, in partenariato e in cofinanziamento con Panifici Lariano e Farchioni Olii. “L’attività è rivolta al settore della produzione e trasformazione di prodotti alimentari, provenienti anche dall’agricoltura biologica, utilizzando solo materie di primissima qualità e finalizzata al confezionamento di alimenti di ottima fattura quali: pane fresco di varie tipologie, sia sfuso che confezionato; dolci freschi e pasticceria secca, secondo le antiche ricette artigianali; paste fresche, ripiene e pasta secca”.
La struttura “è moderna e ben organizzata: forni, impastatrici, taglierine, confezionatrici ed altri piccoli macchinari sono tutti di ultima generazione. Particolare attenzione è stata rivolta nella scelta dei forni che sono tutti alimentati a pellet, nel rispetto dell’impatto ambientale, con zero emissioni in atmosfera”. Il tutto è finalizzato all’impiego dei detenuti, “aumentando così la possibilità di attività lavorativa intra-muraria, nonché a sviluppare corsi ad hoc nel settore della ristorazione, per l’acquisizione di competenze professionali specifiche, a sostegno del loro futuro reinserimento nel tessuto socio lavorativo esterno”. Attualmente presso il laboratorio interno lavorano 8 detenuti. In un futuro prossimo si prevede di aumentare il numero dei detenuti da impiegare nell’attività, anche in rapporto alle commesse che perverranno.

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