“L’odio, l’orgoglio, la prepotenza, la vendetta, l’intolleranza, che sono all’origine di ogni atto di violenza e di terrorismo, derivano dalla mancanza di speranza”. Lo scrive mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, nel messaggio per la Pasqua, in cui ricorda, sulla scia delle parole pronunciate dal Papa nella scorsa udienza generale, che “i terroristi e gli appartenenti alle varie mafie sono persone tristi, senza futuro che vogliono uccidere la speranza di un mondo rinnovato dal messaggio evangelico dell’amore e del perdono dei nemici”. “Noi cristiani, sull’esempio di Gesù, che sulla croce ha perdonato i suoi crocifissori, siamo chiamati a pregare per la loro conversione e a perdonarli”, l’invito, seguendo l’esempio dei monaci di Thibirine. “Quest’anno le feste pasquali sono macchiate di sangue: dalla Svezia alla Siria, dall’Egitto al Congo”, prosegue il presule: “Al sangue versato da Cristo per noi fino all’ultima goccia si unisce il sangue di tanti martiri cristiani, in Medio Oriente, in Africa, in Asia e persino in Europa anche se in modo incruento, schiacciati da chi per interessi economici, ideologici e di potere, non vuol lasciare alla religione la libertà di espressione”. “In questa Pasqua dobbiamo ricordare, oltre i profughi che scappano dalla guerra e dalla fame – l’invito -, tutti i cristiani perseguitati e oppressi da ogni parte, costretti a lasciare la propria terra che essi abitano non da stranieri, ma da antichi residenti. Pochi si curano di loro, perché i cristiani sono inermi, discepoli di un Crocifisso, pacifici, ma paradossalmente scomodi. Dobbiamo ricordarci di questi straordinari fratelli e sorelle nella fede, nella convinzione che ricordarli e sentirseli accanto, dona loro forza per non scoraggiarsi e tirare avanti, sorretti dalla certezza della luce della risurrezione di Cristo che vince ogni male”.