Sono iniziati questa mattina e si concluderanno venerdì prossimo, 10 marzo, gli esercizi spirituali per le Monache Passioniste claustrali di Napoli. Dopo la celebrazione dell’eucaristia delle ore 9.30 – si legge in un comunicato – si è entrato nel vivo degli esercizi con il canto del Veni Creator e la prima meditazione. Tema degli esercizi: “La fragilità della vita consacrata alla luce della Passione diGesù Cristo”. Il corso è predicato da padre Antonio Rungi, teologo morale, già superiore provinciale ed assistente spirituale delle Monache, attuale vice-superiore della comunità passionista di Napoli ed interesserà il gruppo delle monache presenti nel monastero di San Giacomo dei Capri in Napoli, arrivato all’onore della cronaca per aver salutato affettuosamente e spontaneamente Papa Francesco, nel duomo di Napoli, durante la sua visita pastorale alla città il 21 marzo di due anni fa. Le religiose accolgono nel monastero giovani intenzionate a fare una prima esperienza di vita claustrale, secondo le Regole di San Paolo della Croce, che aprì il primo monastero a Tarquinia, insieme a suor Maria Crocifissa Costantini, il 3 maggio 1771. Le regole del secondo ramo della Congregazione della Passione furono approvate da Papa Clemente XIV con “Breve” del 3 settembre 1770. Oltre a Napoli, le Monache passioniste in Italia sono presenti a Loreto, a Lucca, ad Ovada, a Vignanello e in altre località. Qualche anno fa erano circa 350 in 35 monasteri, molti dei quali operanti all’Estero, tra cui Argentina, Belgio, Brasile, Colombia, Corea del Sud, Giappone, Indonesia, Messico, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. Diverse le vocazioni che arrivano dall’Indonesia e che oggi costituiscono una buona parte delle monache che vivono nei monasteri italiani.