Ghana: ambasciatore Favilli, il Paese compie 60 anni, da leader africano

(DIRE-SIR) – È un anniversario importante, per un Paese che si conferma modello e simbolo d’Africa”: Giovanni Favilli, ambasciatore d’Italia in Ghana, parla con l’agenzia Dire mentre da Accra a Cape Coast, sotto la fortezza da dove gli schiavi partivano per le Americhe, si festeggiano i 60 anni di indipendenza. Un’indipendenza speciale, il colloquio comincia da qui. Il 6 marzo 1957 Kwame Nkrumah entrò nella storia al governo del primo Paese subsahariano capace di emanciparsi dal dominio delle potenze coloniali. “Già allora il Ghana assunse una funzione di guida per il resto del continente grazie alle idee del panafricanismo” sottolinea Favilli. Che di Nkrumah ricorda una frase: “L’indipendenza del Ghana è completamente inutile se non è collegata con la totale liberazione del continente africano”.

Una lezione che resta valida e assume oggi significati nuovi. L’ultima conferma sono state le elezioni del dicembre scorso, con il giuramento da presidente ad Accra dello sfidante Nana Akufo-Addo. “Il Ghana – sottolinea Favilli – è divenuto un esempio positivo per l’Africa anche perché negli ultimi 25 anni il potere è passato più volte dal partito di governo a quello di opposizione sempre in modo pacifico”.

Un passaggio importante è stato, a gennaio, il vertice ad Addis Abeba dei capi di Stato e di governo dell’Unione Africana. Nella capitale etiopica sono state approvate le linee guida per un’area continentale di libero scambio. Tecnicamente si chiama Continental Free Trade Area, Cfta, un acronimo senz’anima che però potrebbe significare molto. In gioco c’è un mercato comune con oltre un miliardo di persone e una produzione stimata in 3400 miliardi di dollari. Dal Cairo a Città del Capo, da Dakar a Dar es Salaam, senza barriere per il commercio, gli spostamenti, i servizi. “E’ un modo per rafforzare il continente” sottolinea Favilli, “adeguando il panafricanismo al XXI secolo”. Oggi, ambasciatore, quali sono le priorità? “Far diventare il Ghana un Paese a reddito medio che sviluppa l’agricoltura, utilizza al meglio il petrolio, il cacao, l’oro e le altre risorse naturali, riduce la povertà e passa a una fase nuova. Per dirla con uno slogan anglosassone, ‘from aid to trade’, dagli aiuti al commercio; con l’Italia pronta a fare la sua parte”.

(www.dire.it)

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