Seminario di studio

Famiglia: don de Freitas (parroco), “creare occasioni di ascolto per i figli dei separati”

Non c’è una ricetta per parlare nel modo giusto a un bambino che vive la separazione dei propri genitori. Ne è convinto don Douglas de Freitas Ferreira, parroco di Sao Paulo e dottorando al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, che ha raccontato la sua storia di figlio di divorziati durante il seminario “Vino e olio sulle ferite. L’esperienza delle rotture in famiglia”, organizzato oggi a Roma dallo stesso Istituto. “Quando siamo di fronte a un bambino – ha spiegato – dobbiamo insegnargli il perdono e chiedere di pregare per i suoi genitori affinché compiano una conversione. Ogni persona porta con sé la verità e non dobbiamo avere paura di dirla. Le ferite rischiano di far vedere la famiglia come un problema ma possono essere guarite”. “Il giorno della separazione dei miei genitori – ha raccontato – avevo tre anni e mi ha segnato per tutta la vita. Le relazioni furono marcate da questo fatto: le persone capivano che nella mia vita non ci fosse mio padre e mi guardavano come se non fossi normale. Ciò mi generava molta rabbia. Quando manifestava il mio sogno di averli di nuovo insieme, mia madre mi rispondeva con molte ragioni ma nessuna mi convinceva. Anche le altre persone mi facevano capire che quello sbagliato ero io perché non accettavo il divorzio. La mia ferita non è stata mai considerata. Gli altri commettevano due errori: mi commiseravano, chiamandomi ‘poverino’, e poi banalizzavano il mio sentimento”.

“Nell’adolescenza – ha confessato don de Freitas – la rabbia è aumentata soprattutto verso le famiglie normali. A volte facevo il tifo affinché i genitori dei miei amici divorziassero, così anche loro avrebbero provato quello che sentivo. Sapevo nel mio cuore che quella rabbia era sbagliata e che ero capace di formare una famiglia. Ero cattolico e capivo che per costituire una famiglia non dovevo per forza averne una alle spalle. La rabbia nel frattempo si era trasformata in indecisione. La vocazione è arrivata dopo anni di lotta in cui ero combattuto fra la possibilità di crearmi una mia famiglia e seguire Dio. Il Signore mi ha messo davanti tante occasioni in cui mi sono occupato della pastorale per la famiglia. Proprio io, che avevo come segno nell’anima il divorzio dei miei genitori”. “Oggi – ha concluso – bisogna creare tante occasioni per ascoltare le persone che hanno vissuto la stessa esperienza”.