Consacrati

Chiese Orientali: card. Sandri a Accor, “riscoprire chiamata alla fede e evitare di vivere vocazione in forma intimistica”

“Riscoprire la chiamata alla fede e alla vocazione quale tesoro prezioso ed eredità che abbiamo ricevuto in dono; evitare che la vocazione sia vissuta in una forma intimistica e fine a se stessa”: sono queste le raccomandazioni che il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha rivolto ai religiosi, religiose, sacerdoti e seminaristi appartenenti all’Associazione del clero e consacrati orientali (Accor), durante una celebrazione svoltasi ieri sera nella Chiesa di San Nicola da Tolentino del Pontificio Collegio Armeno in Urbe (Roma). Nell’omelia il Prefetto, rivolgendosi ai presenti, ha ricordato che “la migliore cura sta nel ravvivare il ricordo che l’opera della salvezza il Signore la sta compiendo in te perché anche tu possa diventare collaboratore della gioia che Egli è venuto a restituire ai cuori. Al profeta infatti dice di averlo stabilito “come alleanza del popolo”, per portare un annuncio di guarigione e liberazione”. “Il vostro rimanere sui libri e nelle aule in questi anni – ha spiegato il cardinale – non è per far crescere una intelligenza che si compiace di se stessa, ma piuttosto per entrare sempre più in profondità nel mistero dell’Amore di Dio di cui siamo costituiti testimoni. E per chi tra voi è chiamato ad un tempo di permanenza a Roma non legato allo studio – è stata la conclusione del card. Sandri – vivere con umiltà e semplicità il servizio richiesto senza dimenticare il popolo di Dio dal quale siamo stati scelti e al quale siamo comunque inviati”. Nel corso della messa, celebrata in rito latino ed animata con canti delle differenti tradizioni presenti, maronita, melkita e armena, dal prefetto è giunto anche l’auspicio che “nell’anno centenario della Congregazione che presiedo possa giungere l’approvazione definitiva agli Statuti della vostra Associazione che da troppo tempo ormai sono in fase di revisione”.