39° Convegno nazionale

Caritas: don Panico (Taranto), “investire in nuovi progetti di riqualificazione ambientale”

(dall’inviata Sir a Castellaneta) “E’ impossibile scegliere tra lavoro e salute. Ma è possibile, perché altrove è stato fatto, investire in nuovi progetti di riqualificazione ambientale. Vogliamo che chi produce acciaio lo faccia nel modo meno inquinante possibile. Per noi è devastante celebrare i funerali dei bambini e dare consolazione ai genitori”. Lo ha detto oggi don Antonio Panico, vicario episcopale per i problemi sociali della diocesi di Taranto e docente di sociologia alla Lumsa, parlando al 39° Convegno nazionale delle Caritas diocesane che si conclude oggi a Castellaneta (Taranto). “Ci sono sempre più bambini che hanno malattie fin dalla nascita – ha detto don Panico – perché la diossina passa attraverso il latte materno. Dobbiamo seminare speranza ma anche stimolare le istituzioni, a costo di essere seccanti. E’ possibile giocare d’anticipo almeno per contenere i danni, perché continuare così non ci porta da nessuna parte”. Tra le varie iniziative, intorno a Taranto la diocesi ha individuato zone non contaminate e ha firmato un protocollo per accompagnare nella crescita chi lavora sui terreni utilizzabili. “E’ un modo per contrastare la ‘monocoltura’ dell’acciaio: finiti gli studi si va all’Ilva a lavorare – ha ricordato -. Oggi ci sono oltre 11.000 operai, prima erano 20.000 perché molti sono andati in prepensionamento o sono in cassa integrazione. Non ci dobbiamo stancare di far cambiare idea, soprattutto alle giovani generazioni”. La Chiesa, ha concluso, “può essere attrattiva nel cercare persone che si riconoscono nei nostri valori e hanno competenze. Può essere veicolo fondamentale di promozione dell’umano. Noi abbiamo il nostro centro nel quartiere Tamburi, è importante essere presente in questi luoghi.  Abbiamo creato una Commissione diocesana per la custodia del creato. Dalle parrocchie sono arrivate persone che vogliono essere testimoni. Dobbiamo cercare di mettere insieme forze buone per difendere il territorio. Non è facile ma a Taranto ci stiamo provando”.