Messaggio

Associazioni: Ac Piemonte e Valle d’Aosta, “è responsabilità dei cristiani affrontare la realtà, superando la tentazione di fuga e indifferenza”

“In questo tempo, segnato da profonde difficoltà sociali ed economiche, da un forte disorientamento morale e politico, da guerre e divisioni sul piano internazionale, è responsabilità dei cristiani affrontare la realtà, superando la tentazione della fuga e dell’indifferenza, e cogliere i motivi di speranza e di condivisione, che possono aiutarci per un cammino comune”. Si apre con questa indicazione il messaggio conclusivo della XVI assemblea regionale dell’Azione cattolica di Piemonte e Valle d’Aosta intitolato “Responsabilità condivise: la nostra casa è il mondo”. “Riteniamo sia compito primario sia della Chiesa che della politica, ciascuna secondo le proprie responsabilità e ruoli, interrogarsi su come ravvivare la speranza e sottrarre i più giovani, di ogni parte del mondo, a un futuro minaccioso di incertezza e di declino, ripartendo dai temi essenziali”, prosegue il documento, nel quale vengono individuati alcuni ambiti che “chiedono particolare attenzione”. Sono “la questione del lavoro”, “la cura verso la famiglia e l’impegno dell’educazione”, “il necessario processo di integrazione degli immigrati” e “il valore dei beni essenziali, quali l’acqua e l’aria”.

Inoltre, “il mondo e noi stessi abbiamo bisogno di più Europa”. “Guardiamo perciò con preoccupazione al risorgere dei nazionalismi”, continua il messaggio, e “crediamo che nelle relazioni umane non si debba regredire alla paura e all’idea che la nostra identità personale si costruisca sul dominio dell’altro e sulla ‘cultura del nemico’”. Per l’Ac di Piemonte e Valle d’Aosta serve “una mentalità nuova” che “pone il criterio del bene comune al centro del rapporto tra la persona e la società”, “attribuisce valore decisivo alla partecipazione”, “dà valore primario all’educazione e alla crescita culturale”, in un contesto caratterizzato da “informazione corretta”, “moralità dei comportamenti” e “legalità”. “È proprio la formazione e il senso di comunità -conclude il documento – lo specifico che l’AC intende coltivare, la testimonianza che sceglie di offrire alla comunità ecclesiale e civile”.