Anniversario don Giussani: mons. Galantino, “uscire dagli equivoci di una religiosità ipocrita e interessata”

“Uscire dagli equivoci di una religiosità ipocrita e interessata”. A rilanciare l’invito del profeta Isaia, rivolto a Israele, “a liberare la sua vita da tutto ciò che impedisce un incontro leale e costruttivo” con Dio è stato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nell’omelia della Messa celebrata questa sera a Roma, nella basilica dei Santi Apostoli, per l’anniversario della morte del Servo di Dio don Luigi Giussani e nel XXXV del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione. “In una Quaresima che Francesco vuole venga vissuta come ‘tempo favorevole’ per intensificare la nostra esperienza di incontro con Cristo, si staglia in maniera esemplare la figura di don Giussani, ‘testimone credibile dell’incontro con Cristo”, come lo ha definito il Papa ricevendo in udienza, il 7 marzo 2015, i membri di Cl. Di qui l’attualità dell’invito a “uscire dagli equivoci di una religiosità ipocrita e interessata”, evitando “l’indebito e pericoloso miscuglio tra falsa religiosità e interessi ben celati che, sostenuti da una cattiva coscienza, finiscono per giustificare la cura dei ‘nostri affari’ e per alimentare quella ‘cultura dello scarto’ che il Papa indica come un tratto caratteristico di questo cambiamento d’epoca”.

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