Simposio Ccee giovani: Fernando Santos (ct nazionale Portogallo), “per giocare a calcio non basta avere talento. Bisogna essere intelligenti”

Per giocare a calcio non basta avere talento. Bisogna essere intelligenti. A dirlo è Fernando Manuel Fernandes da Costa Santos, meglio noto come Fernando Santos, commissario tecnico della Nazionale portoghese, con cui si è laureato campione d’Europa in Francia 2016. In una video intervista che è stata fatta vedere questo pomeriggio al Simposio europeo sui giovani in corso a Barcellona per iniziativa del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, il ct portoghese ha detto: “I giovani devono capire che non è sufficiente il talento naturale nel calcio: giocare a calcio è molto di più che giocare con una palla. Questo richiede molto lavoro e c’è una componente molto importante, che oggi è diventata sempre più fondamentale, vale a dire l’intelligenza”. Non solo: “Più sono allenati e rinforzati nel pensiero, più essi potranno essere buoni giocatori in futuro. Quindi penso che l’accompagnamento costante sia centrale”.

A Barcellona 275 delegati delle 37 Conferenze episcopali d’Europa stanno parlando dell’accompagnamento dei giovani e Santos a questo proposito dice: “È importante conoscerli, capire le loro origini, il loro modo di essere. I giovani necessitano di relazioni molto forti”. Il calcio – fa poi notare il ct – è “uno sport collettivo”. “Si tratta di raggiungere gli obiettivi” e più importante del successo personale è la consapevolezza che “gli obiettivi possono essere raggiunti solo collettivamente”, indipendentemente dal fatto che si giochi o meno. Santos sottolinea l’importanza del fallimento e ricorda quando nel 1994 venne licenziato da allenatore dell’Estoril-Praia. Fu proprio in quel periodo che ebbe occasione di partecipare a un corso di cristianità e incontrare Dio. Prega per i suoi giovani? “Prego ogni giorno – risponde il ct – . La prima cosa che faccio quando mi alzo è pregare e l’ultima cosa che faccio la sera è di nuovo pregare. Così invoco sempre lo Spirito Santo chiedendogli di illuminare il mio cammino. Essenzialmente chiedo al Signore di proteggerli e che non subiscano infortuni gravi. In particolare penso alla parte umana di ogni mio giocatore, chiedo al Signore che le cose vadano bene e che non ci siano problemi o infortuni gravi. E ovviamente gli chiedo il dono della saggezza, nel senso di essere in grado di prestare attenzione, di cogliere i segni, di prendere le giuste decisioni e l’umiltà di fare così. Insomma, prego sempre di essere in grado di guidare i miei giocatori. Lo faccio sempre, lo faccio ogni giorno”.

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