“Il Brexit non è soltanto una questione economica ma soprattutto emotiva. Tutti quelli che hanno creduto nella nostra partecipazione al progetto europeo ed erano orgogliosi che la Gran Bretagna potesse contribuire a questa costruzione storica, si sentono, oggi, in lutto e questa è davvero una situazione infelice e non necessaria. Dopo tutto quasi metà del paese, il 48%, ha votato per rimanere nell’Unione europea e questo mi fa pensare che moltissimi britannici, oggi, provano un forte sentimento di perdita”, dice ancora Longley al Sir. Il commentatore cattolico spiega che sarà molto pericoloso, per il Regno Unito, limitare l’ingresso di operai disposti a farsi pagare poco e solo per occupazioni stagionali in arrivo dai Paesi dell’est europeo. “Ci sono molti lavori, in agricoltura, nelle case di riposo per anziani, negli ospedali, che i britannici non sono più disposti a fare”, continua Longley. “Abbiamo bisogno di questi lavoratori scrupolosi e onesti. La campagna del referendum sul Brexit ha puntato il dito contro di loro, ma dubito che ne arriveranno di meno. Purtroppo, in questi mesi, si è alimentato un atteggiamento di gelosia e di sospetto nei loro confronti. Spero che possiamo tornare alla tolleranza e all’apertura verso gli stranieri che è sempre stato l’atteggiamento più diffuso in questo Paese”.