Visita pastorale

Papa a Milano: tre ore nel carcere di San Vittore, pranzo con 100 detenuti e “siesta” nella stanza del cappellano

Tre ore su dieci, lontano dalle telecamere. La tappa al cercare di San Vittore è il “cuore” della visita pastorale del Papa alla diocesi ambrosiana. Francesco, dopo la prima sosta alle Case Bianche, l’incontro con il clero all’interno del Duomo e la recita dell’Angelus sul sagrato esterno, è in visita alla Casa Circondariale di San Vittore. Al suo ingresso, in piazza Filangieri, è stato accolto da Luigi Pagano, provveditore regionale della Lombardia, dalla direttrice del penitenziario, Gloria Manzelli, dal Commissario Capo Manuela Federico e dal cappellano, don Marco Recalcati. Nel corridoio d’ingresso, il saluto al personale della direzione e della polizia penitenziaria, poi, in diverse aree della struttura, il saluto personale del Papa a ogni singolo detenuto. Alle 12.30, il pranzo con 100 detenuti nel terzo raggio della Casa Circondariale. Prima di trasferirsi in auto al Parco di Monza, per la celebrazione della Messa, il Papa ha deciso di sostituire l’abituale momento di riposo pomeridiano in vescovado con una “siesta” all’interno del penitenziario, nella stanza adibita normalmente al cappellano. È la prima volta che un Papa entra nel carcere di San Vittore, costruito nel 1879, seguendo la pedagogia del tempo che voleva le carceri come luogo di sorveglianza e di rieducazione attraverso la punizione.

Diretto dal 2004 da Gloria Manzelli, 56 anni, può contare su un personale di polizia penitenziaria di 779 agenti (contro 936 previsti). Gli educatori previsti sarebbero 16, i presenti sono 10. I detenuti presenti sono 893, ma i posti regolamentari sarebbero 703, di cui 285 non disponibili. San Vittore è un carcere giudiziario, non penale. I reclusi sono tutti in fase di giudizio, non stanno scontando una pena: la permanenza media è tra i 9 e i 12 mesi, c’è chi rimane solo una settimana e chi fino a due anni. Diversi i reparti: quello femminile, quello clinico per chi ha patologie non così gravi da consentire la scarcerazione, quello per giovani adulti dai 18 ai 25 anni, quello di chi ha dipendenze, quello dei protetti (forze dell’ordine, transessuali, o chi ha commesso reati verso donne, bambini e anziani). Infine i reparti per i detenuti comuni, dagli accusati di omicidio a truffe. Sono presenti a San Vittore due sacerdoti, un diacono, 10 suore e 4 seminaristi.