Congresso Amci

Salute riproduttiva: Boscia (presidente), “aumento sterilità legato a crescente inquinamento”. Attenzione a derive procreazione assistita

“Dall’aria che respiriamo, dal cibo che mangiamo, dagli oggetti con cui veniamo in contatto ogni giorno. In ogni momento e in ogni ambito siamo esposti ad assorbire innumerevoli sostanze capaci di interferire con i delicati sistemi ormonali che governano l’apparato riproduttivo e ne alterano il regolare funzionamento”. Ad affermarlo è Filippo Maria Boscia, presidente nazionale Amci, nel suo intervento odierno al XXVI congresso nazionale in corso fino a domani ad Ascoli Piceno, sul tema “Medicina, ambiente e salute”. Nella relazione dal titolo “La riproduzione umana tra natura e cultura: inquinanti sociali ed ambientali”, Boscia prende atto dell’attuale “tendenziale aumento della sterilità – un ragazzo su tre è a rischio infertilità e una coppia su cinque non riesce ad avere figli – soprattutto evidente nella fascia di età tra i 20 e i 25 anni, che è quella per ragioni naturali della massima fertilità”, fenomeno “senza ombra di dubbio strettamente legato anche al sempre maggiore inquinamento”. Certamente, spiega, “è aumentata l’esposizione a fattori di rischio diffusi nell’ambiente che possono incidere sulla salute riproduttiva sia dell’uomo che della donna”. Per questo oggi si ricorre sempre più alla “riproduzione assistita ” che “tende ad essere sempre più una ‘produzione artificiale’, del tutto indipendente dal rapporto sessuale (l’atto d’amore) e dal corpo dei richiedenti (utero in affitto)”. “In laboratorio si finisce così con l’assecondare i più bislacchi desideri individualistici per le notevoli possibilità che le moderne biotecnologie mettono a disposizione (ad esempio le caratteristiche genetiche, ad iniziare dalla predeterminazione del sesso per finire alla selezione embrionaria finalizzata agli scarti)” . Un cammino che, conclude Boscia, “può portare al post-umano, ovvero a quelle entità ibride tra naturale e artificiale, in cui non è più possibile stabilire un confine tra l’uno e l’altro”.